È dunque chiaro che
ciò che limita e blocca ogni essere umano è certamente la paura. Da millenni l’uomo lotta contro di essa cercando, e
raramente trovando, modi per poterla debellare. Molte “filosofie di vita” sono
arrivate addirittura ad accettarla dicendo che è parte integrante della vita.
Eppure, se in noi persiste questo perenne desiderio di chiudere la partita con
essa, un motivo di certo ci sarà.
Alcune sofferenze non esistono per rendere la vita più piena,
ma soltanto per bloccarla. Pensate al mal di testa: quale parte della vita può
mai far sentire più pienamente questo tipo di dolore? Naturalmente esistono
tipi di dolore che, invece, adempiono a ciò. Un esempio classico è ciò che
si prova durante l’allenamento sportivo: questo produce un intenso dolore che non conduce alla sofferenza bensì a un forte appagamento. Ecco allora
presentarsi a noi due forme di “dolore” fortemente distinte e contrapposte tra
loro: uno che limita e blocca la nostra capacità di vivere intensamente,
l’altro, invece, che esalta ed espande questa sensazione. Ebbene, il motivo per
cui il primo tipo di dolore “limita e blocca” solamente senza dare altro è
dovuto al fatto che, come abbiamo spiegato nei precedenti articoli, nel nostro
cervello esistono dei meccanismi di difesa perfettamente cablati per consentire
la sopravvivenza in una situazione primordiale quale può essere una giungla, ma
che risultano del tutto inadeguati e controproducenti in una Civiltà come
quella moderna. Non solo. Nell’essere umano l’Evoluzione si è presentata sotto
un aspetto completamente opposto a quello della mera sopravvivenza: nell’essere umano l’Evoluzione è anche
Creativa. Due tipi di Evoluzione, dunque, coesistono in uno stesso essere: l’Evoluzione per la Sopravvivenza e l’Evoluzione per la Creatività. La prima è
governata dalla Paura, la seconda dall’Armonia. Ma se ormai sono chiari i
meccanismi che governano e “giustificano” la Paura e, quindi, il principio
della Sopravvivenza, lo stesso di certo non si può dire per l’Armonia e la
Creatività. Perché esistono? Qual è la loro “utilità”? E perché mai dovremmo
attenerci a essi?
La
scienza ha compiuto, nel secolo scorso, una scoperta che ha dell’incredibile e
del meraviglioso allo stesso tempo ma che, a quanto pare, non ha minimamente
intaccato la vita quotidiana di ognuno di noi: l’Universo è in continua espansione. Perché è importante sapere
questo? Perché noi siamo parte integrante di questo Universo che si espande.
Ogni singolo atomo, ogni singola particella che ci compone, insomma, ogni cosa
esistente, è spinta in avanti dalla forza
e, quindi, dall’Energia più possente
dell’intero Universo, giacché è stata proprio questa Energia a creare tutto ciò
che esiste. (Come sempre, per quanto possa sembrare “strano” il concetto di “Universo
che si espande in continuazione”, stiamo parlando di un fatto oramai assolutamente accertato e che fa parte del bagaglio
culturale di qualsiasi studioso di fisica). Questa Energia Vitale è ciò che consente a ogni cosa di evolversi, è ciò che spinge alla
creatività. Dunque sembrerebbe quasi ovvio che basterebbe lasciarsi trasportare da questa forza, da questa energia, per poter progredire e fare, quindi, ciò
per cui siamo nati. Ma perché ciò non avviene? Per due motivi. Il primo è dovuto al fatto che la maggior parte di noi, non riconoscendo questa forza, non sa
ovviamente come sfruttarla. Immaginate di trovarvi in una barca a vela completamente da soli e di
non avere la minima idea di come si navighi: come pensate che vada a finire la
vostra avventura marinaresca? Il secondo motivo è dovuto alla Paura: essa ci
blocca nel passato, non consentendoci di seguire il flusso evolutivo. Ed è
proprio questo “blocco” che crea in noi sofferenza. Siamo come quel bambino che
vorrebbe tuffarsi dallo scoglio come fanno tutti i suoi amici ma che non riesce
proprio a trovare il coraggio per farlo; eppure, nel momento in cui lo trova e
si lancia, subito tutto gli sembra stupendo, arrivando a sentirsi in perfetta
armonia con il tutto. Dobbiamo dunque iniziare a lavorare da questo punto; dobbiamo iniziare liberandoci dalla catena che ci trattiene dal salire
su quella barca che ci condurrà alla libertà.
Per
poterci svincolare dalla paura dobbiamo prima imparare a prendere consapevolezza del presente, vivendo il momento, il qui e ora, lasciando da parte tutti
quei pensieri che potrebbero spingerci a vagare nel passato e nel futuro.
Questo perché il Lobo Frontale (sede, come ormai sappiamo dal precedente articolo,
delle nostre più elevate capacità cognitive) e l'Amigdala (sede della paura) sono
connesse tra loro. Se, dunque, iniziamo a pensare (attivazione del Lobo
Frontale) sulle preoccupazioni (attivazione dell’Amigdala) rievocando il
passato o immaginando il futuro, non faremo altro che alimentare il nostro stato
di paura. Viceversa, concentrandoci esclusivamente su qualcosa che è nel
presente, allora il legame con L’Amigdala non si attiverà, mentre il Lobo
Frontale si metterà in azione al massimo delle sue funzioni. La tecnica che
riesce a svolgere al meglio questo compito è certamente la meditazione. La meditazione è ormai entrata a far parte anche del
mondo scientifico dove viene definita mindfulness
(sviluppata soprattutto dal professor Jon Kabat-Zinn, dell’Università del
Massachussetts).
Eccovi,
dunque, un esercizio molto semplice che è alla base delle più antiche dottrine
orientali ma anche della più moderna mindfulness.
Durante
la giornata ritagliatevi una mezzoretta in cui potete restare da soli in una
stanza senza essere disturbati (naturalmente, spegnete il cellulare!). Sedetevi
su una sedia con la schiena dritta e le mani appoggiate sulle gambe.
Chiudete gli occhi e iniziate a concentrarvi sulle parti del vostro corpo che
sono a contatto con la sedia in cui siete seduti. Poi concentratevi sui vestiti
che toccano la vostra pelle. Quando avrete “esaminato” tutto il vostro corpo
aprite gli occhi e andate a prendere un oggetto, un qualsiasi oggetto (una
matita, una moneta, quello che volete) e posizionatelo di fronte a voi.
Guardatelo cercando di scoprire tutti i suoi particolari (vi assicuro che, per
quanto l’oggetto possa essere semplice, ne scoprirete moltissimi). Alla fine di
questo piccolo esercizio, vi sentirete leggeri e privi di preoccupazioni così
come lo eravate da bambini. Certo, non basterà questo a stravolgere in positivo le vostre vite,
ma servirà per farvi capire, attraverso un’esperienza, che evolvere è possibile,
ed è anche più semplice di quanto possa sembrare.
Per
concludere, vi lascio con un aforisma di Oscar Wilde che racchiude bene la
situazione in cui fino a ora si è ritrovato ogni singolo individuo:
Ma
stranamente non mi fu detto
Che
il cervello può custodire,
in
una minuscola eburnea cella,
il
paradiso di Dio o l’inferno.
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