Esistono
momenti nella nostra vita in cui diventa difficile distinguere il
sogno dalla realtà, il bene dal male, ciò che è giusto da ciò che
è sbagliato. Molte volte ci fermiamo a riflettere e ci chiediamo:
“Ma
cos'è che devo fare? Qual è la giusta decisione che devo prendere?
Perché non riesco mai a decidere chiaramente? Perché non riesco mai
a essere sicuro delle mie decisioni?”.
E se anche alcune volte riusciamo, per un momento o un giorno che
sia, ad avere tutto chiaro, a sentirci “illuminati” dalla
“verità”, a dire “Ma
sì certo! È ovvio! La soluzione è così semplice! Quanto sono
stato sciocco finora!”,
tutto dura soltanto un battito di ciglia; risucchiati da altri
eventi, nei momenti successivi dimentichiamo la “grande verità”
che avevamo colto fino ad arrivare a chiederci: “Ma
come è stato possibile che sia esistito un momento in cui ero
completamente in pace con me stesso e ora mi sembra impossibile che
una cosa del genere possa mai accadere?”.
Noi gente dell'era moderna non ce ne rendiamo conto ma il motivo è
dovuto a un fatto su cui gli antichi avevano ben chiare le idee: se
non si identificano in qualche modo queste “forze” che gestiscono
le nostre vite diventa molto difficile saperle gestire e molto
facile, invece, diventarne succube. Come risolsero il problema? In un
modo molto semplice: identificarono con un simbolo
ognuna di queste “forze” e, come per magia, tutto divenne più
chiaro e più facile.
I
simboli hanno da sempre una profonda influenza sulla civiltà umana.
Anzi, senza i simboli la stessa civiltà non sarebbe mai stata
possibile. Ogni simbolo è, nei fatti, una “chiave
per evocare” qualcosa che è al di là della semplice materia.
Anche se detta così può “suonare strana”, se riflettete bene è
esattamente un qualcosa che sperimentiamo quotidianamente. Pensate
alle parole che state leggendo: ognuna di esse – e in modo più
profondo la composizione di esse – evocano in voi immagini e
sensazioni che vanno certamente al di là dei semplici caratteri che
io ho composto. E questo non avviene soltanto con le parole, ma con
tutto quello che facciamo. Pensate al modo di vestire: ci basta
indossare dei vestiti “importanti” per sentire in noi
quell'energia che ci fa sentire importanti; è una sensazione che
tutti conosciamo molto bene. Oppure è sufficiente sedersi al volante
di una macchina super sportiva per sentire scorrere l'adrenalina. E
questi non sono che dei semplici esempi. Nel nostro quotidiano,
infatti, ogni oggetto, ogni parola, ogni suono evoca in noi sempre
una certa sensazione, anche se difficilmente ce ne rendiamo conto per
via della nostra abitudine alla loro presenza. Ecco perché quando
facciamo qualcosa di diverso percepiamo delle particolari sensazioni:
sono i simboli “nuovi” con cui veniamo a contatto che ci fanno provare sensazioni “nuove” a cui non eravamo abituati. Se
questa è, da un lato, una buona notizia (“Quando non mi sentirò
particolarmente a mio agio mi basterà cambiare atteggiamento, modo
di vestire e ambienti per tornare a sentirmi bene”), dall'altro non
lo è (“E se al momento non mi è possibile cambiare niente? Sono
condannato a questo stato di malessere?”). In questo caso, infatti,
ci troviamo in una situazione puramente materialista
poiché possiamo ottenere “benessere” soltanto attraverso la
“sensazione” che il simbolo di un oggetto riesce a evocare in
noi. Il “materialismo” ha da sempre una connotazione negativa
proprio per questo motivo: limita il nostro benessere esistenziale
soltanto alle cose che ci circondano e all'ambiente in cui siamo
immersi. Ecco perché da sempre l'umanità va alla ricerca di valori
e principi
che diano alla vita un sapore “spirituale”. Abbiamo tutti bisogno
di qualcosa che ci spinga verso il futuro, a vederci costruire
qualcosa di grande, a lottare per qualcosa di importante, talmente
importate da giustificare tutti i sacrifici che compiamo ogni giorno.
E per fare questo abbiamo bisogno di rappresentarci
ciò per cui lottiamo attraverso un'idea, attraverso un simbolo.
Abbiamo
bisogno di sapere con chiarezza ciò che è bene e ciò che è male,
ciò che è creatività e ciò che è distruzione. Se infatti i
nostri pensieri sono rivolti all'invidia, all'odio, alle critiche e a
tutto ciò che invece di unire distrugge e divide, allora
inevitabilmente percepiremo la nostra vita come insensata e piena di
sofferenza (non a caso, parlando appunto di simboli, la parola
“Diavolo” deriva dal greco “Diaballo”
che significa “separare”, “creare fratture”); ma se,
invece, la nostra mente è rivolta verso pensieri elevati,
costruttivi, coraggiosi, nobili e desiderabili, allora di certo
sentiremo la nostra vita ricca di senso,
perché gli avremo dato un
senso,
una
direzione
verso cui andare, qualsiasi cosa succeda. E non bisogna cadere
nell'errore di credere che l'esigenza di un “simbolismo alto” sia
un retaggio del passato o qualcosa che ci è stata inculcata da
qualche religione, ideologia o altro. È un'esigenza che arriva
direttamente dal nostro inconscio, e quindi dalla nostra natura più
profonda. Pensate ai film: non sono forse quelli in cui la storia si
basa su quei protagonisti che, trovandosi in difficoltà, lottano
contro le avversità, senza mai venire meno ai loro principi, ad
attirarci di più e a lasciarci quella piacevole sensazione di
benessere anche quando il film è finito?
Tutte
le migliori storie che l'umanità abbia mai concepito hanno sempre un
lieto fine perché i loro protagonisti erano pieni di valori,
speranza, coraggio, altruismo. Queste non sono storie concepite per
“inculcare” qualcosa, ma sono la rappresentazione di ciò che
l'animo dell'essere umano da sempre richiede, perché la vita è
crescita, speranza, miglioramento, umanità. E ogni favola, dietro i
suoi simbolismi, racchiude sempre qualcosa che il nostro cuore
riconosce come ciò che dobbiamo fare, come ciò che dobbiamo amare.
micheleputrino@email.it
micheleputrino@email.it
Scrivi: ''Abbiamo bisogno di sapere con chiarezza cio' che e' bene e cio' che e' male'', ma chi ce la puo' dare questa chiarezza? certamente non il nostro soggettivismo se no cadremmo nel devastante relativismo. Parli di pensieri elevati, costruttivi, coraggiosi..che danno senso ed una direzione al nostro esistere. A cosa ti riferisci? Se comunicare e' un'arte comunicaci questo senso che da pienezza alla vita, con esempi concreti, che riempiano le tue parole di senso.
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