Quante
volte ci siamo sentiti dire frasi del tipo “Tu non mi capisci!” o “Sei un
egoista che pensa solo a sé stesso!” o ancora “Non hai idea di quanto mi fai
soffrire!”? Di solito quando qualcuno si rivolge a noi con questi termini reagiamo
pensando “È fuori di testa” poiché siamo sicuri d'aver agito sempre per il
bene di chi adesso ci accusa e con il massimo delle attenzioni. E, infatti,
subito dopo cominciamo a convincerci di avere a che fare con una persona
estremamente ingrata e che quindi è lei a essere quella terribilmente egoista.
Da qui i classici conflitti di coppia o la nascita di inimicizie e di fazioni
sul posto di lavoro che, come risultato, conducono sempre a situazioni
distruttive. Naturalmente cercare di capire chi, in questi casi, abbia ragione o
torto diventa un gioco del tutto sterile. E allora, dove risiede il problema?
La risposta è: nella mancanza di Empatia.
La
parola “empatia” deriva dal greco e indica «la capacità di comprendere lo stato
d’animo e la situazione emotiva di un’altra persona» (Vocabolario Treccani). Quasi
tutti noi normalmente evitiamo accuratamente di “comprendere lo stato d’animo”
degli altri perché ciò significherebbe metterci “nei loro panni” e, quindi,
ampliare la possibilità di vivere sofferenze che non ci appartengono. Ad
esempio: quando per le vie di una grande città incontriamo un povero mendicate
con evidenti problemi fisici normalmente, d’istinto, cerchiamo di distogliere
lo sguardo; in genere facciamo ciò non per insensibilità ma perché la nostra
natura umana ci porta a immedesimaci in quella situazione provocandoci
sofferenza. Ecco allora che, con il tempo, un po’ tutti abbiamo imparato a
evitare accuratamente di calarci nel vissuto degli altri proprio per paura di
vivere anche le loro sofferenze. Purtroppo questo “chiuderci in noi stessi”
comporta conseguenze molto negative nelle relazioni umane. Quante volte, infatti,
ci siamo ritrovati nella situazione di vivere lo stesso evento insieme a un’altra
persona per poi scoprire, con nostro grande stupore, di averlo percepito in
modo completamente differente da lei? Magari, dopo un giro sulle montagne
russe, noi siamo del tutto terrorizzati mentre la nostra amica è eccitata
più che mai pronta a rifare un altro giro; e allora ci viene naturale guardarla
sbigottiti e pensare “Ma questa è matta!”. Una tale differenza di percezione in
genere accade perché ci concentriamo su cose completamente differenti:
probabilmente lei è salita sull’ottovolante fiduciosa del fatto che non accadrà
niente di terribile perché il mezzo è sicuro e collaudato alla perfezione,
mentre noi non abbiamo fatto altro che pensare per tutto il tempo che il sistema
che ci teneva attaccati al sedile si potesse sganciare o che un bullone delle
rotaie potesse saltare. Poiché, dunque, siamo disabituati a “metterci nei panni
degli altri”, al presentarsi di una situazione come questa ci viene difficile,
se non impossibile, comprendere la reazione completamente opposta alla nostra
di un'altra persona. L’empatia è invece proprio questo: osservare gli eventi dal
punto di vista dell’altro. Fare ciò comporta vantaggi sia a noi sia a lui
perché comprendendo le sue emozioni e le sue percezioni è possibile capire le sue affermazioni e, quindi, armonizzarle con le nostre fino a trovare un
giusto compromesso. Oltre a ciò, utilizzando un atteggiamento empatico l’altra
persona non si sente più “incompresa”, da cui ne segue un salutare smorzamento
delle tensioni che normalmente si creano tra due persone.
La
mancanza di empatia ha come primo effetto quello di giudicare l'altro “uno che non capisce niente” se non, addirittura, “un idiota”.
Ebbene, una tale reazione non è mai un buon affare per noi poiché, anche se un’affermazione
del genere non la esprimiamo chiaramente, il nostro linguaggio del corpo la
comunicherà chiara come uno squillo di tromba; e allora a quel punto il nostro
interlocutore arriverà alla stessa conclusione, persuaso dal fatto che se non lo comprendiamo non possiamo che essere degli “sciocchi”.
Insomma, affinché una relazione sia positiva
ciò che conta è l’opinione che l’altra persona ha di noi: per sapere questo
però è necessario “vederci come ci vede lei”, cosa possibile soltanto
“mettendoci nei suoi panni” e cioè attraverso l’empatia. Questo è l'unico modo per apprezzare sinceramente gli altri esseri umani... ed essere, a nostra volta, apprezzati.
«Mettiti
sempre nei panni degli altri;
se ti senti
stretto
molto
probabilmente anche loro si sentono così»
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