giovedì 7 maggio 2015

Energia Vitale

*
Ogni giorno vediamo e sentiamo uomini e donne che lottano per il potere. Accendiamo la TV ed ecco un talk show in cui dei politici combattono “con le unghie e con i denti” per affermare la loro posizione; andiamo a lavoro ed inizia la sottile guerra di “tutti contro tutti” dove baci e abbracci si sprecano mentre allo stesso tempo si pensa a come “far fuori” il soggetto a cui si dona cotanta gioia; torniamo a casa e assistiamo al tentativo di ogni componente della famiglia a far ruotare tutto e tutti intorno a sé; parliamo con un amico o un’amica e ci accorgiamo che, mentre apparentemente ci dà dei “buoni consigli”, in realtà sta facendo di tutto per minare la nostra felicità e il nostro possibile successo. Constatata la veridicità di tutto ciò, normalmente viene da affermare: “Che mondo schifoso”. Ma siamo sicuri che questi modi di essere sono così negativi? O forse in realtà c’è qualcosa “di vitale” alla base di questi atteggiamenti che soltanto la nostra errata interpretazione da una parte e l’utilizzo non cosciente dall’altra fa apparire come dannosa? A mio parere sì e credo che il problema fondamentale risieda nel confondere il desiderio di potere con la ricerca della sensazione di potenza.

Cosa cerchiamo inconsciamente ogni volta che facciamo dello sport, che compiamo un viaggio, che scaliamo una montagna, che facciamo l’amore? La risposta non è forse il sentirci vivi fino a percepire la vita stessa scorrere nelle nostre vene? Ebbene, la ricerca e il desiderio di questa sensazione il grande filosofo Friedrich Wilhelm Nietzsche l’ha definita Volontà di Potenza (che è, ovviamente, quanto di più lontano dall’interpretazione che la follia nazista ne aveva dato). Questa, ci fa notare Nietzsche, non è di sola pertinenza all’essere umano bensì è ciò che “tutto move”: e infatti ogni pianta, albero e animale “vuole” crescere e fiorire; quando ciò non avviene, la pianta e l’albero appassiscono, mentre l’animale è destinato a morire. Sebbene questo concetto sia stato effettivamente approfondito per la prima volta in occidente da Nietzsche, esso è parte integrante della cultura orientale da migliaia di anni: in oriente, infatti, è chiamato “Ki”, “Qi” o “Ch’i” (a seconda del paese a cui ci si riferisce) e significata proprio Forza Vitale.
La Potenza, o Forza Vitale, può essere stimolata in noi attraverso due modi: uno negativo e l’altro positivo. Nel primo caso siamo in presenza delle situazioni che abbiamo descritto all’inizio, e cioè ogni volta che proviamo ad assoggettare qualcuno al nostro volere. Ed è proprio in questi contesti che ci ritroviamo a essere persone che desiderano avere potere: già solo l’idea di poter piegare al nostro volere o addirittura “schiacciare” qualcuno, stimola in noi inevitabilmente una certo “piacere”. Ma in questo caso ci troviamo di fronte a uno stimolo negativo perché, oltre agli ovvi motivi di carattere umano e morale, questo "metodo" si basa sullo stesso principio delle droghe: ha bisogno di qualcosa di esterno affinché possa essere portato a compimento. Ne consegue, dunque, che in questa situazione diventiamo dipendenti da ciò che vogliamo controllare, fino ad alimentare un circolo vizioso che può portare a un’infinita quantità di ossessioni, manie e paure. Nel secondo caso, invece – e cioè quando cerchiamo di suscitare la sensazione di potenza dalla nostra interiorità per proiettarla all’esterno – ci troviamo di fronte a una persona che trasmette molta positività: è questo tipo di personalità, infatti, che comunemente viene definito leader carismatico. Per essere un leader carismatico, dunque, è necessario possedere un’energia vitale, una potenza scaturita dalla propria interiorità, che si evince da un atteggiamento positivo, dove quest’ultimo non è dato da altro, come scrive giustamente Napoleon Hill, che da «una mente libera da ogni negatività come la paura, l’invidia, l’avidità, l’odio, la gelosia, la superstizione». Lo scaturire di questa energia vitale, di questa potenza così positiva e creatrice, veniva definita dagli antichi greci “entusiasmo” - che letteralmente significa “ispirato da un dio”; questa parola conserva tutt'oggi il suo profondo e positivo significato.
(Possiamo ora comprendere anche, tra le tante cose, qual è la differenza fondamentale tra un atteggiamento “da boss” o “da tiranno” e quello da “vero leader”, distinzione che troppo spesso non viene fatta confondendo, così, ciò che è sano con ciò che è insano.)
È dunque chiaro che quella forza, quella potenza che sentiamo voler sbocciare dalle nostre vene non è una cosa negativa, tutt’altro! Essa è la linfa stessa della vita. Ma come ogni grande energia – da quella di un fiume a quella nucleare – può diventare estremamente pericolosa oppure incredibilmente salutare: tutto dipenderà da come la gestiremo e dall’uso che ne faremo. Ma una cosa è certa: reprimere l'energia vitale equivale a reprimere la vita stessa. Una ghianda, per quanto piccola, ha in potenza qualcosa di enorme: l’energia per diventare una gigantesca e stupenda quercia secolare; ma se non è immersa nel suo giusto ambiente, diventa soltanto qualcosa di secco, buona soltanto a far cadere su sé stesso l’ingenuo passante che si trova a camminare sulla sua stessa strada.
Non siate ghiande secche, sentite la quercia che è in voi... e aiutatela a fiorire.

micheleputrino@email.it


* Foto by bykst (Pixabay)

2 commenti: