mercoledì 13 maggio 2015

L’Abito fa il Monaco

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Oggi è ormai un po’ chiaro a tutti che il vecchio detto “L’abito non fa il monaco”, quando riferito all’idea che ci facciamo delle altre persone al primo sguardo, non ha più un grande valore. Ci rendiamo perfettamente conto, infatti, che in base al tipo di vestito che indossa una persona di nostra conoscenza noi, senza volerlo, cambiamo reazione nei suoi riguardi. La stessa reazione la vediamo negli altri quando siamo noi a cambiare l’abito: avete mai notato che se entrate in un negozio vestiti in modo elegante venite trattati (magari dalla stessa commessa) con molto più “tatto e riguardo” di quando siete vestiti in jeans e maglietta. La cosa che però risulta più incredibile è che siamo noi stessi a cambiare “percezione di noi stessi” in base al vestito che indossiamo! Se infatti ci mettiamo addosso abiti che riteniamo “stracci”, molto probabilmente ci sentiremo e agiremo di conseguenza; se, viceversa, indossiamo un fantastico abito da sera, è quasi certo che ci sentiremo come i protagonisti di un film di James Bond. Ora, molti di voi avranno già notato questi “fenomeni” durante la propria vita quotidiana. Quello che invece molto probabilmente non sapete è che la conoscenza di questa caratteristica comportamentale è molto ben sfruttata dai “maestri” della comunicazione – e dai vari manipolatori di turno – per spingervi a fare ciò che vogliono loro. Ora vi svelo qual è il loro “trucco” (e magari scoprirete che anche voi lo utilizzate da sempre senza rendervene conto!).

Da quanto accennato sopra, abbiamo compreso che l’abito che indossiamo può direttamente influenzare il nostro stato d’animo. Ma gli abiti che ci mettiamo addosso non sono fatti soltanto di stoffe e pellami ma sono anche – e soprattutto – i ruoli che interpretiamo e le personalità che ci convinciamo di essere (non a caso la parola “persona” deriva dal latino e significa “maschera”). I bravi manipolatori, consci di tutto ciò, vi portano, con molta eleganza, a farvi “indossare” la personalità che a loro fa più comodo. La formula magica che utilizzano è la seguente: ti tratto come se tu fossi già il tipo di persona che desidero, e voi, senza accorgervene, iniziate a comportarvi esattamente in quel modo. Sembra incredibile? Assurdo? Non vi è mai capitato qualcuno che, avvicinandosi a voi, si sia messo a dire qualcosa del tipo: “Oggi fa veramente caldo e io, come uno sciocco, sono uscito col maglione! Tu invece, giustamente, sei uscito con la maglietta. Come sempre, sai cogliere in tempo i cambiamenti”? Questo modo di fare, se compiuto da un manipolatore, non è mai fine a sé stesso: è sempre finalizzato a portarvi dove vuole lui. E infatti in genere seguono, anche se quasi mai immediatamente, richieste del tipo: “Sai, sto per aprire una fabbrica di mutandoni in lana in puro stile vintage al profumo di limone: come sai sono di gran moda tra i vip di Hollywood e spopoleranno tra i teenager nella prossima stagione. È il futuro amico! Se ti interessa ti posso far entrare in società. Un tipo con lo sguardo acuto come il tuo sa bene che alcuni treni passano una volta sola”. Ecco come si finisce con l’avere il garage strapieno di mutande di lana.
Molti anni fa alcuni ricercatori, guidati dal professor Robert Rosenthal, fecero un esperimento ormai molto celebre. Dopo aver scelto in modo del tutto casuale alcuni alunni di una scuola elementare, convinsero i loro insegnanti che da alcuni test era risultato che questi bambini erano molto più intelligenti della media degli altri ragazzi. Risultato? Quando dopo un anno i ricercatori tornarono a verificare il risultato del loro esperimento, costatarono che la loro suggestione aveva funzionato a meraviglia: il rendimento dei ragazzi selezionati era migliorato parecchio semplicemente perché i loro insegnanti li avevano trattati da “piccoli geni”! Naturalmente questo non avviene soltanto a scuola ma, come ho descritto prima, in ogni occasione in cui è presente una persona che sa suggestionare e che vuole ottenere qualcosa. Questo tipo di fenomeno è stato definito dai ricercatori Effetto Pigmalione. Questo effetto, purtroppo, può funzionare anche in modo negativo: se, ad esempio, dei genitori trattano la propria figlia da “stupida” e “incompetente”, molto probabilmente alla fine la ragazza se ne autoconvincerà e inizierà a comportarsi di conseguenza, autoavverando la profezia dei genitori che arriveranno a dire “Ecco, hai visto? Avevo visto giusto!”. Stessa cosa accade in ufficio, quando per esempio il capo tratta da idiota il proprio dipendente.
Da notare anche l’utilizzo che ne fanno di questa tecnica i “rimorchiatori professionisti” per sedurre una donna: la convincono a raccontare tutte le sue avventure “spericolate” portandola ad autoconsiderarsi una ragazza intraprendente, per poi “sfidarla” a dimostrare quanto audace sia veramente.
La tecnica descritta finora, che potremmo definire “del far indossare l’abito che vogliamo” non deve essere vista soltanto in negativo. Come sempre, le tecniche di comunicazione sono buone o malsane a seconda dell’uso che se ne fa. Se, ad esempio, volete invogliare un vostro collaboratore, la vostra compagna, i vostri figli o un vostro amico a migliorarsi e a dare il meglio di sé, adesso sapere come fare.

Confidando sul vostro buon senso, vi consegno questo stupendo strumento. Fatene buon uso.

micheleputrino@email.it

Foto by moleshko (Pixabay)

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