Quando
ci relazioniamo con le altre persone accade spesso che la nostra
testa inizia a vagare con pensieri del tipo: “Chissà cosa penserà
di me”, “Starà pensando che sono stupido?”, “Dopo che mi
avrà sentito parlare forse
non vorrà più avere niente a che fare con me”, “Ecco che mi
sono giocato tutto:
farò la fine di Fantozzi” e così via. Alla fine quello che di
solito capita è che, mentre la nostra mente è presa in questi mille
viaggi tra il “ciò che accadrà” e “ciò che è accaduto”,
il nostro interlocutore ci percepisce come assenti e impacciati e, di
conseguenza, appariamo ai suoi occhi proprio come gli individui che
temevamo di apparire. Non solo. Risultiamo anche antipatici perché
non siamo “sintonizzati” sulla sua stessa lunghezza d'onda
(infatti la parola “simpatia” deriva dal greco ed è composta da
“SYN” che significa “con”, “insieme”, e da “PATHOS”
che significa invece “passione”, “affetto”; quindi “simpatia”
significa proprio “provare le stesse affezioni, le stesse
passioni”). In
pratica più cerchiamo di mantenere il controllo su quello che
accadrà e più siamo noi stessi a creare il danno.
Il
problema di fondo è dunque, incredibile a dirsi, che pensiamo
troppo.
Pensando troppo, infatti, non riusciamo a cogliere quello che sta
accadendo nel momento
presente
giacché
ci perdiamo quello che sta accadendo adesso.
E così ci scolleghiamo
dalla persona con cui ci stiamo relazionando e non riusciamo a
cogliere il gran numero di informazioni che ci sta inviando
attraverso il suo linguaggio
del corpo.
Non
accorgersi che il nostro capo ha cambiato il taglio di capelli, o che
indossa un tipo di scarpa del tutto diversa rispetto al solito o
quant'altro, può comportare serie conseguente non solo sulla nostra
giornata lavorativa ma anche, come accennavamo in precedenza, sulla
sua simpatia nei nostri confronti. E sapete bene quanto sia
importante risultare “simpatici” al proprio capo. Ma questo non
vale soltanto nel mondo del lavoro: è
altrettanto importante quando vi relazionate con il vostro partner,
con i vostri amici o anche con il vostro panettiere.
Entrare
in armonia, in empatia e in sinergia con le persone che vi circondano
non è soltanto fondamentale
per
il vostro lavoro o per essere socialmente accettati;
è importante prima di tutto per il vostro benessere personale.
Senza
rendercene conto, la fonte di tutti i nostri problemi consiste
nel fatto che con
la nostra mente siamo sempre ovunque, tranne nel posto dove siamo con
il nostro corpo e cioè nel presente. E così quando qualcuno ci
parla non ascoltiamo quello che ci sta dicendo perché siamo del
tutto presi a pensare a quello che dovremo dire noi; se
poi
siamo noi a parlare non ci accorgiamo che l'altra persona vorrebbe
dire qualcosa, si sta annoiando o addirittura ci sta odiando per
quello che stiamo dicendo; quando
cerchiamo, infine,
di spiegare qualcosa che ci interessa molto, ci “incartiamo”
perché cerchiamo di
esprimere
subito quello che abbiamo appena pensato e poi a dire il pensiero
successivo e così via. Di conseguenza le nostre relazioni sociali si
trasformano in un disastro. E visto che le relazioni sociali sono
fondamentali per tutti gli esseri umani al
fine di
“sentirsi bene”, ne risente anche il nostro stato d'animo. Ma la
mente che continua a vagare tra “ciò che accadrà” e “ciò che
è accaduto” ci fa a pezzi perché continuiamo sempre e in ogni
situazione a rimuginare
sui nostri problemi e su come finiremo rovinati, quando non solo del
futuro nessuno può sapere niente ma di solito si vede tutto molto
più nero di quello che poi è la realtà.
In
pochi ne sono a conoscenza ma l'identificare il “male” e i
“problemi” dell'uomo con la mente che vaga in continuazione tra
il passato e il futuro e il “bene” e la “soluzione” con il
vivere ancorati nel presente è quel “segreto” che tutti i vari
mistici e
saggi nelle più svariate parti del mondo hanno raggiunto e svelato.
Nello Zen si dice chiaramente che bisogna vivere “Qui e Ora” per
raggiungere il Satori,
che
corrisponde alla famosa “illuminazione” dei mistici e che, guarda
caso, significa proprio “comprendere”, “rendersi conto”.
Rendersi
conto
di che cosa? Ma delle cose di cui siamo circondati e degli eventi che
stanno accadendo proprio in questo momento intorno a noi.
Un
tempo il concetto di vivere “Qui e Ora” al fine
di avere una vita sana e piena di senso
era presente anche
nel mondo occidentale: “avere coscienza”, prima che acquisiste un
senso prettamente morale, significava proprio “avere consapevolezza
di ciò che è presente, di ciò che accade adesso”. È
sufficiente pensare alla locuzione latina Hic
et Nunc
(che significa proprio “Qui e Ora”) per rendersi conto di quanto
fosse presente anche in occidente questa concezione. Comunque, è
interessante notare che negli ultimi anni il concetto di “vivere
nel presente” è entrato a far parte anche in occidente non
soltanto nelle discipline del “benessere” ma anche nel mondo del
coaching,
del management
e
dello
sport
con
il nome di Mindfulness
(che non significa altro che “consapevolezza”, ma in modo più
commerciale). Ormai la maggior parte dei manager e degli sportivi di
alto livello applicano tecniche Mindfulness
per esercitarsi nella concentrazione e per mantenere la calma
interiore.
Esistono
molti modi per raggiungere la consapevolezza del presente –
meditazione, arti marziali, eccetera
– ma quello che stranamente non viene mai preso in considerazione e
che, invece, aiuta a vivere qui e
ora e,
allo
stesso tempo,
a relazionarsi e a rompere quel guscio in cui troppe volte ci
chiudiamo è imparare a leggere il linguaggio
del corpo.
Cercare di capire il linguaggio del corpo dell'altra persona,
infatti, ci obbliga a prestare attenzione a chi abbiamo di fronte e
ad armonizzarci con lui o con lei. In un solo colpo dunque,
cercare di capire il linguaggio del corpo ci porta a migliorare le
nostre relazioni, a stare
nel presente e, quindi, a vivere una vita più ricca e piena di
senso.
Imparate
a leggere il linguaggio del corpo,
e vi immetterete su una
delle vie che vi condurrà alla meta che avete sempre cercato.
“Ci
sono solo due giorni all'anno in cui non puoi fare niente: uno si
chiama ieri, l'altro si chiama domani; perciò oggi è il giorno
giusto per amare, credere, fare e, principalmente, vivere.”
Dalai
Lama
Michele Putrino
Vieni ad approfondire al seminario Il Linguaggio del Corpo per il Business che si terrà giovedì 21 gennaio a Torino:
Vieni ad approfondire al seminario Il Linguaggio del Corpo per il Business che si terrà giovedì 21 gennaio a Torino:
Nessun commento:
Posta un commento