Alcune
volte la vita ti riserva strane sorprese. Qualche giorno fa stavo
curiosando tra gli scaffali di una libreria quando una copertina
nella sezione “nuovi arrivi” mi ha colpito al limite dello shock.
Non credevo ai miei occhi. È stato come fare un salto nel futuro e
vedere il libro che avrei voluto scrivere per spiegare
definitivamente il mio
metodo
motivazionale che ormai da molto tempo cerco di divulgare. Il titolo
era inequivocabile, Il
Potere Emotivo dei Gesti,
e il sottotitolo lo era ancora di più: Presenza,
Autostima, Sicurezza: usa il linguaggio del corpo per affrontare le
sfide più difficili.
Inoltre, come se non bastasse, in alto sulla destra, evidenziato in
modo molto vistoso, c'era scritto “Un fenomeno mondiale”.
Ero
così stordito da quell'immagine che non ho osato nemmeno prenderlo
in mano e sfogliarlo. Subito dopo però mi sono detto: “Sarà
sicuramente uno di quei titoli studiati ad hoc che poi non hanno
niente a che fare con il contenuto: è impossibile che possa esistere
qualcosa di così simile al mio metodo”. E allora prendo in mano il
libro e vado a leggere chi è l'autrice: Amy Cuddy, docente e
ricercatrice alla Harvard Business School.
Boom!
Harvard?! “Ok”,
mi sono detto, “allora certamente parlerà di qualcos'altro”. Per
fuorviare ogni dubbio, compro il libro senza nemmeno guardare
l'indice. Dovevo leggerlo in modo da scoprire, come mi accade spesso,
che magari c'è sì qualcosa di simile ma che, come sempre, alla fine
parla di altro. E invece ogni pagina che leggevo mi scioccava sempre
più: non solo la parte “tecnica” era praticamente identica alla
mia concezione ma, cosa ancora più incredibile, anche quella
filosofica ed esistenziale! È stata la lettura più incredibile che
io abbia mai fatto nella mia vita, tanto che ho divorato il volume
(che non è piccolo) in tre giorni.
Per
tutta la durata della lettura ho avuto la sensazione che qualcuno di
notte fosse entrato nella mia testa, avesse preso tutte le mie idee e
la mia “visione del mondo” e le avesse trascritte in un perfetto
ordine. È stato veramente assurdo ed è inutile dirvi quanto sono
stato e sono tuttora felice all'inverosimile nello scoprire di essere
arrivato, in modo del tutto indipendente, alle conclusioni a cui è
arrivata la più prestigiosa università del mondo e che tutto ciò
sta diventando “un fenomeno mondiale”! Vediamo allora com'è
strutturato questo “mitico”
libro
e quindi questo nostro
nuovo
modo di motivarsi, migliorarsi e vivere.
Le
“Parti” del libro
Anche
se non è stato fatto “fisicamente”, il libro è praticamente
diviso in diverse parti dove ogni parte si concentra su un argomento
che introduce, di volta in volta, quello successivo. Ecco come.
Parte
I: Presenza
Nella
prima parte del libro, che va dal capitolo 1 al capitolo 4, l'autrice
spiega e analizza il fatto che se vogliamo vivere bene, essere
efficienti e ottenere sempre maggiori risultati dobbiamo essere
presenti in qualsiasi situazione (questo concetto della Presenza
è il nucleo centrale di tutto il libro, tanto che il titolo
originale, in lingua inglese, è proprio Presence). «La
presenza» scrive la Cuddy «è la capacità di sintonizzarsi con i
propri autentici pensieri, sentimenti, valori, con il proprio
potenziale, ed esprimerli senza difficoltà. […] La presenza
affiora quando ci sentiamo personalmente potenti […]. Quando ci
sentiamo presenti, il linguaggio, l'espressione del volto, i
movimenti… tutto si allinea, si sincronizza nella concentrazione, e
quella convergenza interiore, quell'armonia, è palpabile, risonante…
perché è reale. È ciò che ci rende irresistibili. […] Ed ecco
l'aspetto spettacolare: tali meccanismi si possono regolare con
piccoli aggiustamenti, leggere messe a punto al linguaggio corporeo e
all'impostazione mentale. In una certa misura si tratta di permettere
al corpo di orientare la mente». Tutto ciò ci introduce a quelle
che sono, appunto, le parti più “spettacolari” del libro.
Parte
II: il Potere e la Sensazione di Potenza
Quello
che viene riportato nel capitolo 5 può risultare scioccante per la
nostra epoca in quanto si tratta di un vero e proprio elogio del
Potere e della Sensazione di Potenza. E questo “elogio” viene
spiegato attraverso dati scientifici. Prima però che qualcuno salti
a facili conclusioni, è bene che sappiate che Amy Cuddy distingue
giustamente tra “potere sociale” e “potere personale”: «Il
primo è caratterizzato dalla capacità di esercitare il dominio, di
influenzare il comportamento altrui. […] Il secondo si
contraddistingue per la libertà dal dominio altrui». Ad ogni modo
saper suscitare il senso di potere in noi è importante in quanto
«quando proviamo un senso di potenza, ci sentiamo liberi, con la
situazione in pugno, sicuri e al riparo da ogni pericolo. Siamo più
in sintonia con le opportunità che con i possibili rischi. Ci
percepiamo positivi, ottimisti, e il nostro comportamento non si
lascia tendenzialmente limitare dalle pressioni sociali. […] il
senso di potere sincronizza i nostri pensieri, sentimenti e
comportamenti, portandoci più vicini alla presenza». La cosa ancora
più interessante è che tutto ciò è regolato e gestito dalla
nostra biochimica, in particolare (anche se ovviamente esistono altri
fattori in gioco) dagli equilibri che si creano tra il testosterone,
definito anche “ormone della dominanza”, e il cortisolo,
detto comunemente “ormone dello stress”. In sostanza, gli studi
riportati dalla Cuddy dimostrano che «Il testosterone potenzia
l'assertività e la propensione ad agire, mentre il cortisolo basso
ci protegge da quei fattori di stress che hanno maggiori probabilità
di mandarci fuori strada nelle sfide più ardue. [Dunque testosterone
alto e cortisolo basso] si correla a un'efficace leadership orientata
allo spirito di squadra, alla capacità di fornire un feedback
costruttivo e alla tenace determinazione a non mollare in situazioni
difficili». È quindi nostro compito, se vogliamo essere efficaci e
sentirci bene, stimolare la sensazione di potenza affinché avvenga
questa modifica ormonale. Ma come fare? Semplice: attraverso i gesti
e quindi il Linguaggio del Corpo.
Parte
III: Il Linguaggio del Corpo
I
capitoli che vanno dal 6 al 10 sono dedicate al potere emotivo del
linguaggio del corpo e ad alcune tecniche suggerite per poterlo
mettere in pratica (compresa la Visualizzazione). «Una ampia
gestualità è strettamente legata alla dominanza in tutto regno
animale […] Quando ci sentiamo potenti… ci facciamo grandi». Ed
ecco l'importanza del linguaggio del corpo per sentirci “potenti”.
Infatti, giacché «il nostro linguaggio del corpo parla anche a
noi, al nostro sé interiore», se facciamo gesti espansivi, tipo
raddrizzare le spalle, tirare il mento in su e così via, ecco allora
che ci sentiamo potenti perché la verità, al contrario di quello
che si crede comunemente, è che «le esperienze corporee generano
emozioni e non viceversa». Fino a poco tempo fa il linguaggio del
corpo era concepito soltanto come un mezzo per “smascherare i
bugiardi” e per comunicare meglio. Oggi, come dimostra la Cuddy nel
libro, è il miglior “mezzo” per arrivare al miglioramento del
proprio benessere e delle proprie prestazioni. A onor del vero questo
nuovo modo di concepire il linguaggio del corpo lo aveva già ben
evidenziato Marco Pacori nel suo libro I segreti dell'intelligenza
corporea. Il passo però successivo che compie la Cuddy è
affermare che «Il sé può essere qualunque cosa desideri […]
[perché] dove ci porta il corpo, la mente e le emozioni la seguono».
E questa è una cosa molto importante perché troppe persone sono
convinte di non poter cambiare e quindi migliorare solo e soltanto
perché sono convinte di essere “fatte così”. Insomma,
«Espandere il linguaggio del corpo – attraverso la postura, il
movimento e l'eloquio – ci fa sentire più potenti e sicuri di noi
stessi, meno ansiosi e assorbiti dall'ego, più positivi in genere».
Parte
Finale: Fingi fino a diventarlo
Amy
Cuddy conclude intitolando l'ultimo capitolo “Fingi fino a
diventarlo”. In questa frase è racchiuso tutto. In sostanza ci
dice che se ci convinciamo di essere la persona che vorremmo essere e
ci comportiamo e ci atteggiamo in quel modo, alla fine lo diventiamo
veramente. “Fingi fino al diventarlo” è ciò che io ho sempre
chiamato “Visualizzazione”.
Come
avrete capito, adoro questo libro. Vi esorto a comprarlo, a leggerlo
e rileggerlo e a custodirlo come una gemma preziosa. Però, come a
questo punto avranno notato i miei lettori e miei clienti,
lasciatemelo ribadire di nuovo, tutto ciò fa parte del mio lavoro e
dei miei scritti ben prima che diventasse “un fenomeno mondiale”.
Da lungo tempo dico che questo è il giusto modo di approcciarsi alla
vita e che tutti quei metodi che iniziano con “psico” non
funzionano (concetto ribadito anche da Amy Cuddy nel libro) o
quantomeno sono ormai concetti superati e superato è anche tutto
quel mondo che ruota intorno alla PNL. Io non sono nessuno, sono
soltanto una persona che, lottando contro le difficoltà della vita,
è riuscito a trovare di volta in volta dei modi per rialzarsi, per
persistere, per non arrendersi, per affermarsi e, quando è stato
possibile, per vincere; e tutto ciò è diventata la mia professione
per aiutare gli altri a fare lo stesso. E oggi per me è successo un
vero e proprio miracolo: vedere confermare ai più alti livelli ciò
che ho sviluppato da solo attraverso la dura esperienza della vita.
Nulla accade per caso.
Michele
Putrino
Qui
di seguito vi riporto il magnifico intervento di Amy Cuddy al TED che
l'ha resa famosa e che anch'io ho visto per la prima solo in questi
giorni a seguito della “scoperta” del libro. Guardatelo, ne vale
veramente la pena (il video è sottotitolato in italiano).
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