Prefazione a L’attacco dello stratega
È tempo di imparare ad attaccare. Non è possibile vincere nel gioco del potere senza essere in grado di “muovere per primo” sulla scacchiera.«Quando ti muovi, sii rapido come il vento, maestoso come la foresta, avido come il fuoco, incrollabile come la montagna.»Sun Tzu, L’arte della guerra
Come avrai certamente notato durante il corso della tua vita, è molto più facile e naturale mettersi sulla “difensiva” che “andare all'attacco”. Ma, anche se è detta e ridetta in continuazione da tutti, ti dico una cosa assolutamente vera: se vuoi una cosa devi prendertela. Non ci sono alternative. Infatti ricordati che non solo nessuno ti darà mai niente se non sei tu a chiedere ma, cosa ancora più importante, nessuno nemmeno ti noterà se non fai qualcosa per farti sentire. Quindi va da sé che dovrai diventare un attaccante. Il “come” diventarlo te lo spiegherò in questa Parte II de Le Regole del Gioco del Potere.
21ª Regola: Siediti al posto di comando
Molto probabilmente ti capita spesso di ricevere qualcuno nel tuo ufficio e di aver la necessità di fargli capire chi è che comanda tra voi due (magari è un dipendente che ha scambiato il posto di lavoro per casa sua). Ebbene, esiste tutta una strategia che solo i leader più affermati conoscono. Si basa esclusivamente sul linguaggio non verbale; e questo significa che potrai intimorire il tuo interlocutore pur dicendo tante belle parole (magari anche di elogio) e con un bel sorriso stampato in faccia. Ti sembra impossibile? Adesso ti spiego come fare.
- Prima di tutto rimedia una bella poltrona molto vistosa, possibilmente di pelle; assicurati che sia di quelle girevoli e regolabili in altezza.
- Una volta che ti trovi al negozio compra anche due sedie sì esteticamente piacevoli ma il quanto più scomode possibile. Inoltre, mi raccomando: che non siano né girevoli né regolabili in altezza.
- Porta tutto in ufficio e metti la tua super poltrona imperiale dietro la scrivania alzandola il più possibile in base alla tua altezza (se sei un tipo non molto alto non esagerare, a meno che non vuoi dare l’impressione di un marmocchio che sale e scenda dalla sedia di papà). Lo schienale deve essere rivolto verso una parete chiusa (quindi, quando ti siedi, alle tue spalle non devono esserci finestre o spazi aperti).
- Ora sistema le due sedie fantozziane di fronte alla tua scrivania e, mi raccomando, questa volta in modo che la schiena della tua controparte, quando si siederà, sia rivolta verso uno spazio ampio, possibilmente verso la porta d’uscita.
Se ti stai chiedendo il perché dovrebbe funzionare questo modo di disporre le sedie, il motivo è questo: quando dietro la nostra schiena è presente una parete, inconsciamente ci sentiamo più protetti perché sappiamo che non possiamo ricevere un attacco inaspettato alle nostre spalle. Inoltre, avere una sedia che ruota e facilmente spostabile ci fa sentire padroni della situazione, così come la posizione elevata rispetto al nostro interlocutore ci fa sentire dominanti su di lui.
A questo punto puoi facilmente immaginare come, invece, si sentirà il tuo “ospite” in questa situazione. Schiacciato in una sedia piccola, scomoda e che non gli dà possibilità di azione; le spalle non protette (in più con la porta che invita inconsciamente a scappar via) e con una figura che guarda dall'alto in basso. Non credo di dover aggiungere altro.
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Tratto da L’attacco dello stratega. Le regole del gioco del potere. Parte II, pubblicato il 15 novembre 2016. Autore: Michele Putrino
Disponibile per l’acquisto presso Amazon, Google Play, Kobo, Apple iTunes, IBS, La Feltrinelli, Mondadori Store.
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