Entrare in
sincronia con l’altro
La prima regola che
un bravo persuasore tiene sempre e costantemente in mente è: le persone con cui vengo a contatto compiono
azioni e prendono decisioni in funzione delle loro ragioni, non certo delle mie.
Una frase del genere in apparenza può suonare cinica e disillusa nei riguardi
dell’umanità, ma non è così. Infatti, sarebbe alquanto masochista fare qualcosa
nell’esclusivo interesse di un’altra
persona. Quando facciamo qualcosa per gli altri, chiunque di noi si aspetta un
riscontro; ma questo non significa che ci aspettiamo come “ritorno” qualcosa
dello stesso genere di quello che
abbiamo dato. Se, a esempio, facciamo un regalo, nella maggior parte dei casi il “ritorno” atteso è vedere la gioia che compare sul volto della persona a cui abbiamo fatto il dono che, di rimando, crea uno stato di piacere e gioia anche in noi. Insomma, provocando piacere nell’altra persona abbiamo provocato piacere anche in noi. Alla base di questo “fenomeno” c’è un fattore fisiologico, scoperto abbastanza di recente. Nel nostro cervello esistono dei particolari neuroni specializzati nell’imitare le azioni dei nostri simili; questi neuroni sono stati denominanti neuroni specchio. I neuroni specchio nascono, ovviamente, come per qualsiasi altra cosa riguardante gli esseri viventi, per assicurarci la sopravvivenza. In un sistema sociale come quello umano, infatti, vivere in armonia con gli altri è fondamentale per sopravvivere e progredire. Tutto quello che l’uomo ha fatto e ottenuto di “speciale” rispetto agli altri esseri viventi lo deve proprio alla sua capacità di “fare squadra”, e quindi, direttamente o indirettamente, ai neuroni specchio. Sintetizzando in maniera estrema possiamo dire che i neuroni specchio ci consentono di fare due cose fondamentali: primo, imitando gli altri impariamo ciò che loro sanno fare meglio affinché ci possa tornare utile; secondo, simulando i loro atteggiamenti facciamo comprendere inconsciamente che “siamo parte della squadra” e, di conseguenza, diventa molto più facile per loro fidarsi e accettare la nostra persona.
abbiamo dato. Se, a esempio, facciamo un regalo, nella maggior parte dei casi il “ritorno” atteso è vedere la gioia che compare sul volto della persona a cui abbiamo fatto il dono che, di rimando, crea uno stato di piacere e gioia anche in noi. Insomma, provocando piacere nell’altra persona abbiamo provocato piacere anche in noi. Alla base di questo “fenomeno” c’è un fattore fisiologico, scoperto abbastanza di recente. Nel nostro cervello esistono dei particolari neuroni specializzati nell’imitare le azioni dei nostri simili; questi neuroni sono stati denominanti neuroni specchio. I neuroni specchio nascono, ovviamente, come per qualsiasi altra cosa riguardante gli esseri viventi, per assicurarci la sopravvivenza. In un sistema sociale come quello umano, infatti, vivere in armonia con gli altri è fondamentale per sopravvivere e progredire. Tutto quello che l’uomo ha fatto e ottenuto di “speciale” rispetto agli altri esseri viventi lo deve proprio alla sua capacità di “fare squadra”, e quindi, direttamente o indirettamente, ai neuroni specchio. Sintetizzando in maniera estrema possiamo dire che i neuroni specchio ci consentono di fare due cose fondamentali: primo, imitando gli altri impariamo ciò che loro sanno fare meglio affinché ci possa tornare utile; secondo, simulando i loro atteggiamenti facciamo comprendere inconsciamente che “siamo parte della squadra” e, di conseguenza, diventa molto più facile per loro fidarsi e accettare la nostra persona.
Per
centinaia di migliaia di anni gli unici modi per distinguere gli amici dai
nemici sono stati l’aspetto estetico e gli atteggiamenti. Se questi due fattori
erano, in chi incontravamo, simili ai nostri, allora lo “straniero” veniva
considerato “amico”, altrimenti l’etichetta di “nemico” o presunto tale era
inevitabile. E tutto ciò, naturalmente, vale tuttora. Non si può di certo
eliminare un retaggio evolutivo, che si è creato in così tanto tempo, in pochi
decenni. Ed è proprio questo “retaggio” che coloro che sono esperti nell’arte
della persuasione sfruttano per convincere e portare dalla propria parte gli
altri. Pensate a voi stessi: non vi sentite forse più a vostro agio quando
avete a che fare con persone che in qualche modo sentite simili a voi? Ecco
allora uno dei principali segreti per poter persuadere un’altra persona:
entrate in sincronia con lei riproducendo, senza che se ne accorga, i suoi
gesti e la sua visione del mondo per poi portarla lentamente là dove volete
voi. È un po’ come un bravo trombettista che, introducendosi in una banda che
già sta suonando, prima segue lo stesso spartito degli altri e poi, molto
lentamente, porta tutti a seguire il suo ritmo per arrivare, addirittura, a
cambiare completamente musica. Ma nel fare questo, il persuasore deve stare
attento a una cosa molto importante: colui che si vuole persuadere non si deve
minimamente accorgere di ciò che il persuasore sta facendo. In caso contrario
non soltanto la persuasione tramite sincronia fallisce, ma addirittura si ritorce
contro il persuasore stesso!
Un
po’ di tempo fa mi è capitato di vedere, in un programma televisivo,
un’intervista di una giornalista a un sedicente esperto di seduzione. La cosa
simpatica in tutto questo era che il così detto “esperto” per tutta
l’intervista non ha fatto altro che imitare i gesti della giornalista nel disperato
tentativo di entrare in sincronia per poterla “affascinare”.
Naturalmente, dopo pochi minuti dall’inizio dell’intervista, la giornalista ha
manifestato apertamente il suo disagio dicendogli: “Ma perché continua a
imitare tutto quello che faccio? Non le nascondo che mi sta parecchio
innervosendo”. Questo è esattamente quello che succede quando si prende un
principio teorico che si è letto in un libro o appreso in un corso e lo si
applica come se fosse una formula magica. Nell'ambito della comunicazione
efficace e, in particolare, nella persuasione, non si applicano mai le regole
come se avessimo a che fare con una
scienza esatta. La persuasione, infatti, più che una scienza è un’arte; un’arte
che certamente quasi tutti posso apprendere, ma è pur sempre un’arte. E questo
significa che non basta apprenderne i precetti per poterla utilizzare correttamente, ma
bisogna farla propria, sentendola a livello emotivo. Vediamo, allora, in un
esempio che tutti possono sperimentare, come si può applicare in maniera
veramente funzionale la tecnica della
sincronia senza ritrovarsi in strane situazioni imbarazzanti.
Immaginate
di essere un uomo seduto al tavolo di un ristorante e di volervi rendere
interessante agli occhi di una bella ragazza seduta al tavolo accanto al vostro
(naturalmente questo è un esempio di comodo, ma la tecnica che sarà qui
riportata è utile ogni volta che si voglia attrarre l’attenzione di qualcun
altro, indipendentemente dal fatto che lo scopo finale sia la seduzione, il
proporre un affare, la semplice conoscenza o quant'altro). La prima “mossa” è
quella di non osservare direttamente la ragazza, ma guardare con la coda
dell’occhio tutte le azioni che compie. Senza farvi notare e in maniera
garbata, iniziate a imitare le sue azioni. Dopo un po’ lei sentirà, senza riuscire
a darsi una spiegazione, che qualcosa vi accomuna. E questo “qualcosa”, non
agendo a livello conscio, verrà percepito alla stregua di un “flusso magico”. A
quel punto sarà anche lei interessata a conoscervi. Il resto consisterà nella
vostra bravura (e nelle tecniche di cui parleremo prossimamente) nell’aumentare
l’interesse nei vostri confronti facendola sentire importante (ma evitando l’adulazione).
I
rapporti umani, come qualsiasi cosa in questo mondo, sono immersi in un’eterna
sinfonia. Imparare a riconoscere e a vivere in perfetta armonia con questa
sinfonia è il vero segreto del successo e della felicità in questo mondo, che
troppo spesso abbiamo purtroppo imparato ad affrontare in maniera troppo rigida e
dura.
cosa intendi per imitare le azioni nell'esempio della ragazza ?
RispondiEliminami sembra molto generico cio' che affermi anche se sono molto incuriosito .
potresti darmi dei dettagli che possano rendere il concetto limpido al mio cervello .
grazie
Ciao Manuel.
EliminaQuando ci relazioniamo con una persona che a noi risulta simpatica, in maniera del tutto inconscia imitiamo le sue azioni. A esempio, ci alziamo dalla sedia nello stesso momento in cui lo fa lei/lui, oppure prendere la forchetta un secondo dopo che lo ha fatto l'altro/a. Tutto questo per via dei neuroni specchio che si attivano quando c'è interesse per l'altra persona. Questo principio lo puoi osservare in qualsiasi locale pubblico: se osservi una coppia del tutto affascinata l'uno dall'altra potrai notare che si muovono in sincronia.
Spero di essere riuscito a chiarire un po' meglio l'argomento e...grazie per il commento!
Grazie Michele
EliminaIl concetto mi è chiaro ma cio' avviene con persone conosciute ma con una persone estranea penso che questo sistema di emulazione o forse di empatia possa non essere valido almeno per una mia esperienza personale .
ma continuerò comunque a seguirti ...sono sempre aperto a nuove idee
ciao... a presto
Grazie mille per il tuo contributo sul web! Molto interesante!
RispondiEliminaCiao Sara! Grazie mille a te!
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