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Innanzitutto
è bene cercare di capire il vero significato della parola
“successo”. Essa deriva da “succedere”, e quindi da
“conseguire”, “subentrare”. In pratica quando diciamo che
un'azione “ha avuto successo” non stiamo dicendo altro che “da
ciò che abbiamo fatto è successo qualcosa”. Quindi, nei
fatti, non per forza un successo è positivo (anche se comunemente è
così che lo intendiamo). Per capirci meglio facciamo un esempio. Se
io un giorno, nervoso per qualche motivo, mi avvicino a un
uomo-montagna (una specie di Schwarzenegger per intenderci) e gli do
un cazzotto in faccia, quando mi risveglierò in ospedale con tutte
le ossa rotte potrò affermare con la massima tranquillità che la
mia azione “ha avuto successo”. Può sembrare strano ma io in quel
caso ho compiuto un'azione che, come reazione, ha avuto la più
naturale e prevedibile delle conseguenze. Ma è stato un “successo”
positivo per me? Naturalmente no.
A
questo punto appare chiaro che la vita che stiamo vivendo in questo
momento è il risultato dei nostri successi, e cioè delle azioni che
abbiamo compiuto. E, se questi “successi” non rientrano nella
tipologia “sogno a occhi aperti” ma, piuttosto, in quella di
“incubo”, il motivo bisogna cercarlo nel fatto che, molto
probabilmente, in passato abbiamo agito senza pensare alle
conseguenze. Certamente qualcuno in questo momento starà pensando:
“Come non penso alle conseguenze?! Non faccio altro che pensare
tutto il tempo a quello che accadrà eppure le cose vanno sempre uno
schifo! Anzi, se magari smettessi di pensare così tanto la situazione potrebbe anche migliorare!”. Questo tipo di
risposta è tipicamente dovuta a un motivo ben preciso: quello che
noi crediamo di avere bisogno è forse proprio l'opposto di
quello che vorremmo veramente. Se, a esempio, affermate con forza:
“Vorrei un sacco di soldi!”, è ovvio che per ottenerli dovrete
essere iperattivi, super concentrati, pazienti, caparbi,
continuamente alla ricerca di novità e quindi creativi, lavoratori
instancabili, eccetera, eccetera, eccetera (tutto questo vale,
naturalmente, se escludiamo il caso in cui non decidiate di rapinare
una banca!); insomma, molto probabilmente tutte cose che odiate e che
vi hanno portato a desiderare così tanto l'avere “un sacco di
soldi” (che nella vostra immaginazione equivale a: stare
spaparanzati su un'amaca a bere cocktail in un'isola tropicale
all'ombra di due alberi da cocco circondati da tutti i vizi possibili
e immaginabili). Ma allora, compreso tutto ciò, come si fa a
ottenere successo nel senso positivo e cioè a realizzare ciò che si
desidera? La risposta è: imparando a essere dei veri vincenti
che, come certamente avrete intuito, anche in questo caso non
corrisponde a ciò che comunemente si crede.
Un errore
molto comune – e che ha comportato e continua a comportare problemi
consistenti a molte persone – è quello di confondere il “vincere”
con il “primeggiare”. “Vincere”, in sostanza, significa
“raccogliere i frutti del combattimento”, e questo vuol dire che
ogni volta che ci troviamo ad affrontare una sfida abbiamo
modo di raccogliere dei “frutti”. Il “primeggiare”, invece,
avviene solo ed esclusivamente quando si trionfa sugli altri. Ora dovrebbe risultare abbastanza ovvio questo: chi punta a primeggiare
sarà destinato allo sconforto e alla sofferenza interiore perché ci
saranno sempre persone che, per via delle circostanze in cui
sono cresciute oppure semplicemente perché più brave in quella
determinata attività, trionferanno su di noi. È distruttivo pensare
di poter essere sempre "il numero uno". Sto dicendo che non bisogna
competere? Assolutamente no, anzi! Quello che cerco di dire è che
l'attenzione alla competizione bisogna spostarla dagli altri a noi
stessi, che è esattamente quello che fanno i veri campioni che sono
passati alla storia, sportivi o imprenditori che siano. Michael
Schumacher non sarebbe mai riuscito a vincere tutti i gran premi che
ha vinto se il suo metro di misura fosse stato il “trionfare sugli
altri”, per il semplice motivo che molte volte non ha avuto
competitori alla sua altezza; lui continuava a vincere perché era
una sfida con sé stesso, per migliorarsi di più ogni giorno. Steve
Jobs ha creato cose che gli altri non avrebbero mai neppure sognato,
e questo soltanto per sentire di aver fatto ogni giorno un passo in
più. E lo stesso vale per qualsiasi altro grande nome che abbiamo
sentito echeggiare nella storia, perché questo è il segreto per
diventare dei veri vincenti: fare oggi meglio di ieri e domani
meglio di oggi. Soltanto così potremo sentire la vita scorrere
nelle nostre vene e ritrovarci, un giorno, su vette che non avremmo
mai immaginato.
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