lunedì 30 marzo 2015

Come Gestire un Litigio

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Se pensate che nelle prossime ore o nei prossimi giorni possa presentarsi la situazione di litigare con qualcuno fino a trasformare la vostra gola in un terribile luogo di ardenti fiamme e insopportabili dolori, allora prestate attenzione alle righe che seguono: questo articolo fa per voi.
Esistono poche regole che, se ben seguite, quasi certamente faranno calmare del tutto il vostro interlocutore fino, addirittura, a trovare un “accordo” con lui che risulti vantaggioso anche per voi. Per capire meglio di cosa stiamo parlando, illustrerò i sei punti fondamentali per gestire un litigio tramite un esempio (che è sempre il modo più semplice e chiaro per spiegare le cose).
Siete appena rientri a casa. Il tempo di chiudere la porta e sentite la vostra compagna o il vostro compagno urlarvi contro un’accusa che a voi risulta assurda, qualcosa del tipo: “Tu non prepari mai la cena! La sera arrivi con tutta tranquillità e pensi di trovare qui la tua cenetta bella e pronta! Per chi mi hai preso?! Io non sono la tua serva!”. Naturalmente la prima cosa che vi verrebbe spontaneo fare è quella di urlargli contro contrattaccando con accuse di ogni sorta. Ebbene, non fatelo. Seguite invece i seguenti passi.

1.  Preoccupatevi di capire i motivi della sua rabbia. Quando ci sentiamo attaccati, l’ultima cosa che ci verrebbe in mente è proprio quella di preoccuparci di “comprendere” il nostro accusatore, ma senza scoprire i motivi del suo fervore non riuscirete mai a mettervi sulla sua stessa “lunghezza” d’onda per poi portarlo a concentrasi su argomenti più costruttivi. Dunque non dite: “E capirai! Per due uova che devi cucinare fai una tragedia!”, bensì, con tono sincero e chiamandola per nome, chiedete: “Perdonami Francesca, voglio essere sicuro di non capire male: sei arrabbiata perché non ti preparo mai la cena o perché torno tardi?”. Ne seguirà una sua precisione che, indipendentemente da ciò che dirà, sarà quasi certamente di tono più morbido o quantomeno farà fatica a mantenere la rabbia precedente. Al che avremo ottenuto ciò che volevamo dal nostro primo passo.

2.  Aspettate fino a quando non ha finito di spiegare. Altra azione classica che compiamo quando siamo immersi in un litigio è quella di interrompere e “parlare sopra” mentre il nostro accusatore sta facendo la sua “arringa”. E invece è proprio ciò che non dovete fare! Mantenendo la calma, senza agitarvi ma anche senza sospirare o portare gli occhi al cielo, ascoltate con attenzione fino a quando non tocca a voi.

3.   Per dimostrare d’aver capito, ripetetegli il concetto che ha appena finito di esprimere. Facendo ciò, il vostro interlocutore porterà attenzione alle vostre parole e, di conseguenza, a tutto ciò che direte di seguito. Dunque è importante che siate tranquilli e senza toni accusatori! Infatti soltanto in questo modo eviterete che la controparte sia prevenuta e si prepari a un contrattacco.

4.  chiedete se ci sono altre cose che vorrebbe chiarire riguardo al vostro comportamento. Anche se non sembra, questo punto è fondamentale: serve a far capire che i concetti che lui o lei sta esprimendo sono molto importanti per voi. Se la risposta è "sì", comportatevi sempre come descritto sopra.

5.  Spingete il vostro interlocutore a trovare una soluzione insieme. Ora dovete far capire al vostro interlocutore che non vi eravate resi conto di quanto le vostre azioni potessero ferire. Ma attenzione! Nella “strategia della conversazione” non importa se le accuse sono vere o false; quello che conta è “calmare lo stato emotivo” del vostro interlocutore. E, come sempre, per fare questo dovete mettervi dal punto di vista dell’altro, non certo radicarvi nel vostro.

6.  aspettate fino a quando tutto si sarà calmato prima di dire la vostra. Qui il discorso è semplice: prima eseguite i cinque “passi” sopra descritti e, quando le “fiamme” si saranno spente, dite con calma, rispetto e attenzione la vostra. Ma non prima!


Alla base del funzionamento di queste “strategie” sta il porgere delle domande sincere e con rispetto. A tutti noi piace quando qualcuno ci chiede sinceramente il nostro parere. In quel momento, infatti, sentiamo che la nostra persona ha un peso e, di conseguenza, ci calmiamo. Ed ecco perché la nostra compagna o il nostro compagno (o il nostro collega o qualsiasi altro essere umano con cui potremmo avere a che fare) si calma quando mostriamo di voler capire sinceramente il motivo della sua rabbia verso di noi. In sostanza siate sempre rispettosi, e buona parte dei problemi relazionali si risolveranno da sé.

micheleputrino@email.it

* Foto by kabaldeschO (Pixabay)

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