In
molti vorrebbero risultare “grandi” agli occhi degli altri, eppure quasi
nessuno mette in pratica i quattro principi fondamentali che, in ogni popolo di
ogni tempo, hanno fatto sì che gli uomini e le donne che li hanno fatti propri
passassero alla storia come “individui grandiosi”. Ma quali sono queste quattro
“magiche” qualità? Vediamole subito una a una.
1. Conoscenza
Non
poche persone confondono questa parola con il “sapere libresco” e cioè con una
“conoscenza” di nozioni che si apprendono portandole a memoria (come, ad
esempio, il sapere cos’è accaduto in una certa data storica, o il conoscere
dove sono ubicati alcuni importanti monumenti, o ancora il riconoscere un certo
personaggio pubblico); in realtà niente è più lontano di questo dalla vera
Conoscenza, che consiste invece nel saper
distinguere ciò che è Costruttivo da ciò che, al contrario, è Distruttivo.
Questa conoscenza è fondamentale e di primaria importanza per tutti ma,
soprattutto, per colui o colei che ha la pretesa di diventare “un capo”: per
poter costruire qualcosa, e dunque compiere un’impresa, è assolutamente
necessario conoscere quelle “forze” costruttive
attraverso cui la nostra azione risulterà vincente e, quindi, allontanarci da quelle che, distruttive, la potrebbero far
fallire. Il non aver chiaro la distinzione tra le due, fino a confonderle l’una
con l’altra, è alla base del fallimento di molti leader.
2. Giustizia
Ecco
un’altra parola che oggi ha acquisito tutt’altro significato rispetto a quello
originario. Un leader è “giusto” non quando applica in maniera meccanica e
fredda le leggi dello stato in cui vive o quelle dell’azienda per cui lavora
(in questo caso, infatti, avremmo a che fare soltanto con una persona
bigotta), bensì quando dà ad ogni persona con cui ha a che fare ciò che gli
spetta, non soltanto dal punto di vista economico ma anche, e forse
soprattutto, nel riconoscere i meriti e le qualità posizionando il proprio dipendente in un ruolo in cui possa svilupparle ulteriormente. Fare questo
significa non solo far funzionare al meglio l’organizzazione per cui si lavora ma anche conquistarsi stima e fiducia (cose che, a loro volta, consentiranno
all’organizzazione di migliorare ulteriormente).
3. Fortezza
Utilizzo
volutamente questa parola arcaica ormai in disuso perché credo renda appieno
l’idea. La parola “Fortezza” identifica, infatti, quella forza che ci consente
di «sopportare le avversità, il dolore fisico e morale, nel non cedere davanti
a ostacoli o contrasti» (Vocabolario Treccani). Nella Fortezza dunque rientra
anche la Forza di Volontà e il Coraggio, consentendoci così di restare lontani dalla Paura e
dal Timore. Questa breve definizione credo non abbia bisogno di ulteriori
spiegazioni per far comprendere che chi non sviluppa in sé la Fortezza non
potrà mai essere leader.
4. Temperanza
Ecco
un’altra parola arcaica che però racchiude in sé un profondo significato. Avere
Temperanza significa in sostanza avere il controllo sulle proprie emozioni, il
non lasciarsi gestire da esse ma, al contrario, far sì che sia la nostra
Volontà e, quindi, la nostra Consapevolezza a governare i nostri impulsi. Un
suo sinonimo è “autocontrollo” ma credo che la parola “Temperanza” renda meglio
l’idea. Un leader, quindi, non ha Temperanza quando cade preda della Rabbia,
dell’Ira, dell’Odio e dell’Ansia. La mancanza di Temperanza non conduce
soltanto al fallimento del leader, bensì proprio al fallimento umano.
Queste quattro grandi
qualità, come accennavo all’inizio, sono state osannate in ogni civiltà
all’apice della loro potenza: venivano esaltate nella Grecia Antica (in
particolare da Aristotele, educatore di Alessandro Magno) e nell’Antica Roma
(dove costituivano la base del Mos Maiorum, il codice di condotta di ogni buon
romano, di cui erano massimi esponenti, tra i tanti, Giulio Cesare, Ottaviano
Augusto, Vespasiano, Traiano, Marco Aurelio), nonché nel Medioevo e nel
Rinascimento (dove venivano definite Virtù
Cardinali). In sostanza, queste quattro Qualità sono quelle che hanno reso
grande la nostra civiltà occidentale e, se impareremo a farle di nuovo nostre, questo
nostro Occidente tornerà a essere quella grande civiltà che merita di essere.
Bel post, grazie mille!
RispondiEliminaUn saluto
Alex