“Linguaggio del corpo? E che cosa vuol dire? Mica il corpo parla?”. E invece sì. Per molti può
sembrare strano ma le cose stanno esattamente così. Anzi, vi dirò di più: la
maggior parte della nostra comunicazione avviene proprio attraverso il
linguaggio del corpo. Per gli scienziati la percentuale si aggira addirittura
intorno al 90%! Incredibile vero? Ma vediamo di capire il “perché” e, in parte,
il “come” funziona questo particolare linguaggio.
Il nostro cervello ha, diciamo così, due “strati”:
nel primo, quello più antico e primitivo, regnano gli istinti; nel secondo,
quello più moderno, regna la logica. Il primo si è sviluppato in quel
lunghissimo periodo, durato milioni di anni, in cui eravamo più simili alle
scimmie che all’essere umano per come lo conosciamo oggi (lo so, in questo momento
sembro Piero Angela, ma se si vuole fare una frittata si deve pur rompere qualche
uovo no?). Allora i pericoli per la sopravvivenza di certo non mancavano: erano
in agguato dietro qualsiasi angolo e presenti in qualsiasi momento. Per salvare
la pellaccia, il cervello dei nostri antenati sviluppò delle “tecniche di sopravvivenza”
per consentire una reazione immediata davanti al cattivo di turno. Queste “tecniche”,
rimaste ben salde in noi contemporanei, consistevano nell’associare a ogni movimento,
forma e colore un significato di pericolo oppure di piacere. È per questo che,
se stiamo passeggiando in un bosco e vediamo a pochi passi da noi qualcosa di
sottile a forma di S, abbiamo un sobbalzo all’indietro pieni di spavento: la
nostra parte più antica ci sta dicendo “occhio al serpente!”. Poi magari razionalizziamo
e ci accorgiamo che è soltanto un tubo di gomma. Ma questo avviene soltanto dopo. Già, perché la nostra parte più arcaica
entra in funzione quasi sempre prima
della nostra parte razionale (il nostro “secondo strato”). In caso di pericolo
è una fortuna che le cose stiano così. Vi immaginate se, vedendo una macchina
che ci piomba addosso, ci mettessimo a pensare cosa in effetti sta avvenendo? Queste
associazioni mentali “automatiche”, però, sono perennemente presenti nella vita
quotidiana anche quando non esiste un pericolo reale. È il caso, ad esempio, di
quando qualcuno si rivolge a noi con un atteggiamento aggressivo: anche se
abbiamo la certezza matematica che non può recaci alcun danno, suscita in noi una
certa paura. Pensate ai film horror: vediamo un pazzo con una sega circolare
grondante sangue che, naturalmente, non rappresenta nessun pericolo per noi
eppure ce la facciamo sotto! Ma la maggior parte dei casi in cui entra in funzione
il linguaggio del corpo sono molto più sottili. Avete presente le attraenti modelle
delle pubblicità? Prestando un po’ di attenzione si può notare che le loro pupille
sono dilatate. Questo perché le pupille si dilatano automaticamente quando l’individuo
è in fase di eccitazione: la nostra parte di cervello primitivo lo sa e crede
che la modella si stia eccitando per noi! Ma lo sanno anche i bravi addetti al
marketing. Anche gli antichi lo sapevano: molte donne dell’antica Roma usavano
delle particolari gocce per dilatare le pupille e apparire più attraenti.
Di “segreti” del linguaggio del corpo
potremmo parlare quasi all’infinito. Per ora ci fermiamo qui e riprenderemo l’argomento
nei prossimi articoli.
micheleputrino@email.it
micheleputrino@email.it
Post interessantissimo....come gli altri, del resto!Ci hai fatto ripercorrere gli anni della triennale....argomenti che sentiti di sfuggita possono sembrare banali o addirittura assurdi, ma che invece, se ascoltati seriamente suscitano quell'espressione tipica di stupore che si accompagna spesso ad un sorriso e che si può tradurre con un esplicativo "oh caspiterina ..(vabbè spesso si ricorre ad un esclamazione un pò meno elegante ;-) )... è proprio vero...ma perchè non me ne ero mai accorto?"
RispondiEliminaBravo Michele...continua così e soprattutto continua a scrivere!
Anna e Luca