È pensiero comune il credere che “ci
dobbiamo tenere la vita che c’è toccata in sorte, perché le cose non cambiano”.
Ricordo che un mio vecchio insegnante al liceo era solito dirci: “Chi è nato
tondo non può morire quadrato!”. In pratica era come se ci stesse dicendo: “Se
siete ignoranti e poco svegli resterete così per il resto della vostra vita”.
Una visione un po’ “strana” – per usare un eufemismo – per chi ha consacrato la
propria vita all’insegnamento e, quindi, all’educazione. Il problema è che
questa “visione del mondo” rappresenta più la regola che l’eccezione. In realtà
le cose non stanno per nulla così. Anzi, è vero l’esatto contrario: la nostra vita si plasma sull'idea che ci
facciamo del mondo.
Il
dottor Mario Alonso Puig, membro dell’Harvard Medical School, traccia, nel suo ultimo libro Adesso Io, un’elegante corrispondenza tra
ciò di cui siamo convinti e gli eventi che ci capitano ogni giorno.
«Non
c’è alcun dubbio», scrive Puig, «che, a seconda che a spingerci sia un’idea o
un’altra, vedremo gli altri e ci comporteremo in maniera profondamente diversa».
Vediamo dunque quali sono queste diverse convinzioni che corrispondono a
diversi eventi.
1ª convinzione: Tutti
sono egoisti. Se siamo convinti di ciò, sarà normale
vedere nelle azioni di chi ci sta accanto soltanto strategie per dominarci e
sfruttarci. Penseremo che anche dietro un modo gentile e sottomesso si nasconda
una tecnica per raggirarci. Ne consegue, naturalmente, che poiché non vogliamo
essere dominati faremo di tutto per dominare, perché solo così avremo modo di
controllare la situazione affinché non vada a nostro sfavore.
Evento
corrispondente: gli altri, percependo il nostro
estremo egoismo, o si allontaneranno da noi oppure applicheranno a loro volta
tutti i “principi strategici” dell’egoismo contro di noi. Ovviamente, tutto
questo non farà altro che rafforzare la nostra convinzione che “tutti sono
egoisti”.
2ª convinzione: Non
esistono né Verità né veri Valori. Chi fa propria questa
convinzione tende a vedere tutto in maniera relativistica, e cioè ritiene che
tutto sia opinabile e discutibile. Ne consegue che l’unica cosa importante, per
chi è convito di ciò, sia se stesso.
Evento
corrispondente: gli altri, vedendosi distruggere a
priori le proprie convinzioni, faranno lo stesso con le nostre. Da un tale modo
di “socializzare” non potrà che risultare una “guerra” permanente, che per chi
ne è coinvolto potrà anche apparire “piacevole” perché “fa sentire vivi”, ma di
certo non corrisponde a un'evoluzione né dell’individuo né della società in
cui si ritrovano a vivere. Da una tale prospettiva, quindi, non potremo fare
altro che trarre la conclusione che “una cosa vale l’altra” perché “non ho mai
visto miglioramenti in vita mia”.
3ª convinzione: Tutto
è predestinato. Essere convinti di questo ci porta
ad accettare tutto “così come viene”. Poiché non possiamo cambiare niente, non
ci resta che vivere gli eventi in maniera passiva, sperando in un “colpo di
fortuna”.
Evento
corrispondente: gli altri ci vedranno come “oggetti”
da manipolare e utilizzare a proprio piacimento. E allora ci vedremo come delle
persone “sfortunate”, guardando la vita come qualcosa che bisogna solo
sopportare.
4ª convinzione: Io
sono artefice del mio destino. Chi possiede questa
convinzione tende a vedere i propri errori e le “cose che vanno storte” non
come una tragedia dalle conseguenze irrimediabili, bensì come opportunità da
cui imparare per potersi migliorare di volta in volta.
Evento
corrispondente: gli altri vedranno in noi delle
persone che non si arrendono mai, che vogliono evolversi, migliorarsi. Vedranno
in noi persone che non sono ferme nelle loro ottuse convinzioni e, quindi,
percepiranno la possibilità di poter costruire qualcosa di nuovo e di grande
insieme. Tutto ciò porterà, naturalmente, a vedere la propria vita come
qualcosa di bello, perché ci sentiremo parte di qualcosa di pulsante, di vivo.
Goethe
era solito dire: «Tratta un uomo come sembra che sia e continuerà a essere com’è
sempre stato; tratta un uomo come può essere e diventerà chi è davvero». È assolutamente vero.
Noi siamo troppo spesso vittime di convinzioni imposte dagli altri, e di questo
molte volte ce ne rendiamo conto. Ma quello di cui quasi mai ci rendiamo conto
è che siamo stati noi a consentire agli altri di etichettarci e, quindi, di autoconvincerci
della veridicità di quest’etichetta.
Certo,
delle convinzioni nella vita bisogna averle. Ma è importante trovare delle
convinzioni che ci portino a creare e a evolvere; convinzioni che portino ogni
giorno un piccolo miglioramento a noi stessi e alle persone che ci sono vicino perché, come tutte le cose viventi, per sentirci vivi abbiamo bisogno di sentirci crescere.
micheleputrino@email.it
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