In un mondo pieno di
contrasti e diverse opinioni, sembra che soltanto un’idea riesca a mettere
tutti d’accordo: non esiste più un futuro
ad attenderci. Questo “non riuscire a vedere un futuro” risulta essere una
vera e propria maledizione per il nostro vivere perché, come scriveva
giustamente Nietzsche, «Il futuro influenza il presente tanto quanto il passato».
Non avere un futuro a cui guardare, quindi, equivale a non avere un presente, a
compiere azioni di cui non vediamo il senso, a vivere un presente eternamente
angoscioso. Eppure il problema non consiste nel fatto che “effettivamente” non
esiste più un futuro verso cui andare ma, più semplicemente, come abbiamo già
accennato, che non riusciamo più a vedere
un futuro.
Se
guardiamo alla storia umana, possiamo notare che i periodi di massima
prosperità corrispondono esattamente ai periodi in cui gli ideali di un popolo
sono stati più forti. Non solo. In quei periodi il modo di vivere delle persone
era fortemente influenzato dall’ideale dominante. E, ricordiamolo, un ideale
nasce e prende fortemente piede tra la gente soltanto quando garantisce un
grande e prosperoso futuro in chi lo fa proprio. Così è stato durante la Roma
Antica, con il Cristianesimo, con il Comunismo, con il Capitalismo e con tutte le altre ideologie
che hanno creato grandi società. Ora, è importante notare che i momenti di “caos
esistenziale” sono apparsi proprio tra la fine di un’ideologia e l’inizio di
una nuova. E questo perché l’essere umano ha l’esigenza fisiologica di avere una direzione cui guardare, di un futuro verso
cui andare.
Il
cervello umano è diventato quel meraviglioso organo che oggi tutti possediamo
proprio grazie al continuo trovare nuove soluzioni per ottenere ciò che si
desidera, fosse questo desiderio l’evitare di essere sbranati da un leone, il
procacciarsi del cibo o l’andare sulla luna. Ma per poter desiderare qualcosa
bisogna sapere cosa si vuole; e per sapere questo bisogna avere in qualche
modo, conscia o inconscia che sia, una visione del futuro che si vuole
raggiungere. Se questa “visione” non c’è o non è chiara, la nostra mente
comincia a vagare convulsamente da una parte all’altra, alla disperata ricerca di
qualcosa da seguire. Non è difficile comprendere, quindi, che da una siffatta
situazione nascano stati di ansia e angoscia, fino a cadere nella più completa
disperazione. È
quindi di fondamentale importanza per ogni singola persona avere una chiara visione del futuro che immetta in noi una
forte gioia e un forte entusiasmo per quello che ci aspetta. È possibile tutto ciò
in questa nostra epoca così nichilista? La risposta è: Sì. Utopia? Un bel sogno a occhi aperti? No, nella maniera più
assoluta. E sapete perché? Perché tutto è
in continua evoluzione. Questo significa che tutto procede in avanti verso
un continuo miglioramento, perché l’intero nostro universo è in continua
espansione.
Immaginate
di essere immersi in un flusso che continua a spingere in avanti, espandendosi e
accelerando sempre più nello spazio e nel tempo. Lo avete fatto? Bene. Ora
smettete di immaginare e guardate alla vostra vita e al mondo che vi circonda,
perché è esattamente quello che avevate immaginato. Tutto è in continua
evoluzione ed espansione, e voi non ne siete esclusi. Tenete bene in mente
questa immagine del flusso universale. Riflettendoci spesso gradualmente
comprenderete, come per magia, ciò che dovete fare perché ognuno di noi è parte
di questo “sistema”, giacché ognuno di noi ha un preciso ruolo da svolgere. Ma
per poter far emergere questo nostro “ruolo”, questo nostro “essere”, dobbiamo
comprendere cosa sta succedendo intorno a noi e verso dove tutto si sta
muovendo. Siamo come una ghianda: questa ha già in sé tutto quello che serve per
diventare un’enorme quercia, ma deve trovarsi nel giusto terreno; a quel punto
non sarà il terreno a dare ciò che serve alla ghianda per diventare quercia, ma
sarà il “potenziale per diventare quercia” – quindi il suo “ruolo”, il suo “essere”
– ad attirare a sé ciò che gli serve e a ignorare il resto. Tutto in natura
funziona così, noi compresi. Se ci collochiamo nel giusto posto, il nostro “essere”
sorgerà e si nutrirà da sé, trasmettendoci tutta la gioia e l’entusiasmo che soltanto
il “sentirci vivi” ci può donare. Come abbiamo detto, però, è necessario
trovare “il giusto posto” e questo può essere scoperto soltanto comprendendo la
natura evolutiva delle forze che ci circondano. Ma basta veramente poco per
comprenderlo: basta osservare con attenzione ciò che ci circonda.
Una
volta, riferendosi ai problemi dei giovani di oggi, Umberto Galimberti ha
detto: «Se il futuro è diventato imprevedibile, non retroagisce come
motivazione». Ebbene, se noi piccole ghiande comprendiamo e ci posizioniamo in
quel terreno che si chiama evoluzione, allora il futuro aprirà le sue porte facendoci
vedere magnifiche querce immerse in un giardino fiorito; e allora sapremo che
quelle magnifiche querce siamo noi.
micheleputrino@email.it
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