«Stiamo entrando in un mondo in cui possiamo contare sempre meno
sull’aiuto e sulla protezione dello Stato, della società, della famiglia e
degli amici. È
un ambiente globalizzato e molto competitivo. Dobbiamo imparare a evolverci da
soli. Allo stesso tempo, è un mondo pieno di problemi critici che diventano
opportunità se risolti da imprenditori, individui o piccoli gruppi che pensano
in maniera indipendente, che si adattano con facilità e hanno punti di vista
unici. Le vostre capacità creative e individuali saranno ricercate. […] ciò che
più ci manca in questo mondo moderno è il senso di un fine ultimo della nostra
vita».
Così scrive Robert Greene nel suo ultimo libro Riprenditi la tua vita. La situazione non poteva essere descritta in modo migliore. E vorrei far notare che si tratta di un autore americano, e cioè un autore che vive in quel paese che molte volte noi italiani vediamo come il luogo in cui è facile lavorare perché “governato da gente seria”. Ecco allora che ci tocca sfatare alcuni falsi miti: gli americani non sono efficienti per grazia ricevuta e gli italiani non sono degli “sfigati” perché così ci è toccato. No, quello che fa la differenza è la voglia di creare. Naturalmente non è che tutti gli americani possiedono questa “voglia” e tutti gli italiani, invece, non sanno nemmeno cosa sia (esistono esempi negativi e positivi in ambedue le nazioni). Quello che conta e che fa la differenza è lo spirito di fondo, la “filosofia di vita”, i principi su cui basare la propria esistenza. Nei paesi di cultura anglosassone la “filosofia di vita” si basa sul fatto che ogni essere umano deve trovare in se stesso la forza e la capacità per riuscire. E questo lo si può notare dalla grande importanza che questi paesi riservano all’idea di Libertà. In Italia e nei vari paesi latini in generale prevale invece la cortigianeria, e cioè quel modo di concepire il lavoro e la vita sociale come “entrare nelle grazie di chi conta”; è dunque chiaramente una situazione esattamente opposta a quella anglosassone: per assicurarsi la sopravvivenza si fa volentieri a meno della Libertà. A prima vista tenere un “comportamento da cortigiano” potrebbe sembrare la cosa più intelligente da fare: “Perché mi devo sobbarcare rischi quando posso alzarmi la mattina, fare le ore che devo fare e tornarmene a casa tranquillo e sereno?”. I “perché” questo modo di pensare è assolutamente sbagliato, soprattutto nell’era in cui stiamo entrando, sono molteplici. Ma io mi voglio soffermare su quello che a mio parere è il più importante di tutti e di cui quasi mai nessuno parla: comportandoci da cortigiani seppelliamo la nostra vocazione.
Così scrive Robert Greene nel suo ultimo libro Riprenditi la tua vita. La situazione non poteva essere descritta in modo migliore. E vorrei far notare che si tratta di un autore americano, e cioè un autore che vive in quel paese che molte volte noi italiani vediamo come il luogo in cui è facile lavorare perché “governato da gente seria”. Ecco allora che ci tocca sfatare alcuni falsi miti: gli americani non sono efficienti per grazia ricevuta e gli italiani non sono degli “sfigati” perché così ci è toccato. No, quello che fa la differenza è la voglia di creare. Naturalmente non è che tutti gli americani possiedono questa “voglia” e tutti gli italiani, invece, non sanno nemmeno cosa sia (esistono esempi negativi e positivi in ambedue le nazioni). Quello che conta e che fa la differenza è lo spirito di fondo, la “filosofia di vita”, i principi su cui basare la propria esistenza. Nei paesi di cultura anglosassone la “filosofia di vita” si basa sul fatto che ogni essere umano deve trovare in se stesso la forza e la capacità per riuscire. E questo lo si può notare dalla grande importanza che questi paesi riservano all’idea di Libertà. In Italia e nei vari paesi latini in generale prevale invece la cortigianeria, e cioè quel modo di concepire il lavoro e la vita sociale come “entrare nelle grazie di chi conta”; è dunque chiaramente una situazione esattamente opposta a quella anglosassone: per assicurarsi la sopravvivenza si fa volentieri a meno della Libertà. A prima vista tenere un “comportamento da cortigiano” potrebbe sembrare la cosa più intelligente da fare: “Perché mi devo sobbarcare rischi quando posso alzarmi la mattina, fare le ore che devo fare e tornarmene a casa tranquillo e sereno?”. I “perché” questo modo di pensare è assolutamente sbagliato, soprattutto nell’era in cui stiamo entrando, sono molteplici. Ma io mi voglio soffermare su quello che a mio parere è il più importante di tutti e di cui quasi mai nessuno parla: comportandoci da cortigiani seppelliamo la nostra vocazione.
Ogni
cosa in questo mondo nasce per un determinato motivo e in un suo naturale habitat.
Un albero di betulla nasce con certe caratteristiche in un determinato ambiente
perché solo così può essere funzionale all’evoluzione. Se, infatti, prendete
questo stesso albero e lo piantate in un ambiente a lui non adatto lentamente
appassirà, fino a morire. Lo stesso vale per gli esseri umani. Ognuno di noi
nasce con una propria Vocazione. Questo significa che ogni singolo individuo è “chiamato”
a compiere una propria “missione”. Purtroppo, però, quasi tutti noi siamo
deviati da questa missione perché la società, la famiglia e quant’altro ci obbligano
o, quantomeno, ci convincono a seguire percossi che hanno funzionato nel
passato; oppure perché attratti dalla prospettiva di un guadagno immediato. Man
mano che facciamo sempre più nostre queste prospettive, ci allontaniamo sempre
più da quella che è la nostra vera natura e, quindi, dalle azioni che dovremmo
compiere. Ne consegue una naturale insofferenza per la vita che ci ritroviamo a
vivere, senza mai riuscire a dargli una spiegazione razionale! Ecco perché poi
ci sentiamo insoddisfatti pur avendo tutte le cose che si possono desiderare e
ci risultano inutili tutti i consigli di esperti e amici, anche se questi
consigli sono perfettamente logici e hanno funzionato in maniera ottimale con
altre persone. In realtà questa “scoperta” è antichissima. Non a caso gli
Antichi Greci all’ingresso del tempio di Apollo a Delfi (luogo sede dell’Oracolo, a cui tutti si rivolgevano per risolvere i loro problemi) avevano scritto “CONOSCI
TE STESSO”. Questa, infatti, è l’unica strada che può portare soluzione a tutti
i nostri problemi: conoscere noi stessi per scoprire la nostra Vocazione, la
nostra missione; conoscere noi stessi per sentire
le azioni che dobbiamo compiere.
È importante
comprendere che tutti hanno una
Vocazione, nessuno escluso. Le persone a cui è stata attribuita la definizione
di “genio” non sono state altro che quegli individui che si sono rifiutati di
accettare le convenzioni che gli venivano imposte per perseguire con
incredibile tenacia quella che sentivano essere la loro vera natura. Certo, in
passato i “geni” erano pochi, ma questo non perché erano esseri speciali,
piuttosto perché i nostri vecchi sistemi erano troppo rigidi per consentire a
più persone di liberarsene. C’è da dire che quei sistemi, nell’epoca in cui
erano stati concepiti, non erano “sbagliati”; erano semplicemente funzionali
per i loro tempi. Ma oggi l’evoluzione è andata avanti e il prossimo passo che
siamo chiamati a compiere su questo lungo cammino è proprio quello di divenire
individui che, scoprendo e mettendo in pratica la propria Vocazione, diventano
felici per le azioni che compiono e utili per la società in cui si ritrovano.
Questa
non è utopia né, tantomeno, qualcosa che potrà avvenire soltanto in un
lontanissimo futuro. È
qualcosa che sta avvenendo già oggi. Il concetto di lavoro, nell’ultimo
decennio, è andato trasformandosi rapidamente. Con l’avvento di internet le
carriere di successo sono andate a costruirsi sempre più su individui creativi
che vendono le loro idee ad altri individui, molte volte anch’essi creativi.
Ecco qual è il vero futuro. Ecco ciò a cui dobbiamo puntare. E allora
liberatevi dalle vostre vecchie convinzioni, osservate ciò che da sempre vi
entusiasma, afferratelo e trasformatelo in ciò che è utile agli altri. Il
futuro è lì ad attenderci.
micheleputrino@email.it
micheleputrino@email.it
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