Quante
volte ci siamo ritrovati accanto a delle persone e, dopo pochi istanti in loro
compagnia, abbiamo iniziato a sentire una certa pesantezza nel nostro animo? È
un fenomeno molto comune. Talmente comune che alcune persone danno una
interpretazione esoterica all’evento; definiscono, infatti, questo genere di
individui “vampiri energetici”. In effetti la definizione, ovviamente dal puro
punto di vista simbolico, è azzeccata.
Nei racconti dell’orrore
il vampiro è un essere pieno di fascino, ma oscuro e negativo, che seduce una
vittima, più o meno ingenua, fino a tramutarla a sua volta in un vampiro. Tutto
ciò avviene dopo un morso sul collo che ha come fine il “succhiargli il sangue”,
cioè la “linfa vitale” del nostro corpo. Ora, se analizziamo tutto ciò come un
archetipo, possiamo notare che effettivamente molto spesso siamo attratti da
individui negativi che in qualche modo esercitano su di noi un certo fascino.
Alla lunga, restando sempre più in loro compagnia, sentiamo svanire lentamente la nostra vitalità e iniziamo a vedere ogni aspetto della vita sempre più nero.
Siamo stati trascinati nel “mondo oscuro” dell’altro o dell’altra senza
rendercene conto. Per inciso, nel quotidiano non per forza il “vampiro” deve
essere affascinate: è sufficiente essere obbligati, per motivi di lavoro o
quant’altro, a vivere accanto a un siffatto tipo di individuo affinché questa specie
di “alchimia negativa” prenda avvio. La cosa strana è che questa sorta di “magia
nera” può avvenire anche senza scambiare idee o parole: è sufficiente la
presenza. È veramente “magia”? Non credo. Quello che avviene, in realtà, è una
comunicazione non-verbale trasmessa dal linguaggio del corpo dell’altro e che
il nostro inconscio percepisce praticamente in automatico, senza filtri, così
come una radio “afferra” le frequenze che vengono trasmesse senza curarsi di cosa viene captato. In realtà un
filtro ci sarebbe: è il nostro essere coscienti verso ciò che sta avvenendo. E
infatti non sempre, e non tutti, siamo influenzati da questo tipo di personalità.
Quando siamo sicuri
di noi, delle nostre idee, della nostra “visione del mondo”, la nostra
coscienza non lascia passare niente di ciò che è contrario alle cose per noi
importanti. Ne siamo immuni. Al contrario, nei periodi in cui ci sentiamo fortemente
confusi, pieni di paure, stanchi e angosciati, direzioniamo facilmente le
nostre attenzioni verso queste persone negative… perché in quel momento le sentiamo simili a noi. E allora facciamo
cadere tutte le nostre barriere, lasciandoci trasportare piacevolmente nel loro
mondo. E in quel momento tutto diventa più gradevole perché abbiamo compagnia
per il viaggio verso l’inferno. Finalmente possiamo dimostrarci deboli e
bisognosi di aiuto. A quel punto ci fidiamo ciecamente di loro, senza più
preoccuparci di diventare delle loro potenziali vittime. “È così piacevole!
E poi...è proprio come me!”. E così ci sentiamo confortati, perché ci
convinciamo che possiamo sentirci bene soltanto con le persone che soffrono e
vedono tutto negativo come noi. E invece non è così. Esiste un’altra strada.
Quando siamo in
compagnia di persone positive, garbate e dai modi gentili, piene di vitalità e
voglia di fare, e accettiamo il loro “mondo” prendendolo a esempio, allora
tutto si trasforma: iniziamo a sentir scorrere una forza che vuole creare, per
costruire qualcosa di grande e di bello. Con quest’altro genere di persone
succede l’inverso di quelle che abbiamo definito “vampiri”. All’inizio,
infatti, le persone positive possono magari suscitare la nostra diffidenza, ma alla lunga la loro
tenacia e il loro sguardo rivolto sempre verso il miglioramento suscitano la
nostra ammirazione.
Tutti noi riusciamo,
per natura, a intuire il modo di essere di una persona. Tutti sappiamo
istintivamente cosa significa un certo sguardo, una parola detta con un certo
tono o una certa espressione del viso. Eppure molte volte ci lasciamo
ingannare, perché preferiamo convincerci che quella persona è un’amica, “una
come me”, piuttosto che vedere le cose come stanno. E poi perché, come sempre, è più
comodo vivere una vita da disfattisti che da costruttori, da creatori. Ma se
anche cerchiamo di ingannarci in questo modo, la nostra natura o, come direbbe
Daniel Goleman, la nostra “intelligenza emotiva”, ci mette in guardia,
smuovendo qualcosa all’interno di noi che ci invita a non fidarci e a stare
attenti. E così ci sentiamo a pezzi, perché siamo combattuti tra quello
che vorremo fosse vero e la parte più profonda di noi che ci dice non solo che
non lo è, ma che ci porterà alla rovina. A quel punto sentiremo un’enorme e
costante stanchezza calare su di noi perché tutte le nostre energie sono state
consumate in questa perenne tensione, proprio come se un vampiro ci avesse
colpito lungamente al collo. E allora cercheremo un colpevole, accusandolo di
aver prosciugato tutte le nostre energie e di averci trascinato nell’Ade, quando in
realtà siamo stati noi ad aprire le porte all’oscurità, scegliendo la strada
più comoda e scansando accuratamente coloro che lottano per creare un grande
futuro ogni giorno.
Scegliamo di
combattere accanto a chi è disposto al sacrificio per costruire un grande
avvenire e non solo un giorno ne vedremo i frutti, ma con il proseguire verso
questo duro cammino impareremo ad apprezzare e amare anche la fatica che da
questo deriva.
micheleputrino@email.it
micheleputrino@email.it
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