lunedì 13 gennaio 2014

Essere Sicuri di Sé

Siamo cresciuti in un’epoca un po’ strana, dove il rispetto per gli altri è stato confuso con il “dovere” di apparire insicuri. Questo perché ci trasciniamo ancora dietro, quantomeno a livello inconscio, il vecchio retaggio oligarchico che impone una certa gerarchia sociale che obbliga coloro che vengono identificati come appartenenti alle “classi inferiori” di mantenere un certo atteggiamento di riverenza nei riguardi degli appartenenti alle “classi superiori”. Qualcuno potrebbe obiettare che per fortuna l’era dei Re, marchesi e baroni è finita da un bel po’. Certo, questa terminologia non viene più utilizzata seriamente da molto tempo, ma si possono cambiare tranquillamente le etichette di un prodotto lasciando il contenuto intatto. Ciò è vero soprattutto in Italia, dove i vecchi titoli nobiliari sono stati sostituiti da qualifiche accademiche, politiche o di ruolo come “Professore”, “Dottore”, “Onorevole”, “Presidente” e simili. Naturalmente non c’è niente di male nel titolo di per sé. Diventa un problema quando lo si sbandiera come uno status symbol.
Nel momento stesso in cui accettiamo di identificare il nostro lavoro con un certo gradino sociale, allora non accettiamo solo di sentire altri “inferiori” a noi, ma di sentirci noi stessi “inferiori” agli altri. Come si può facilmente intuire, questi “status” non soltanto sono eticamente scorretti (è bene ricordare quella legge universale che dice “riceviamo sempre nella misura di ciò che diamo”), ma sono anche psicologicamente pesanti e limitanti per chi li attua. In pratica, accettando il gioco degli “status” limitiamo la nostra capacità di azione all’interno del ruolo che ci è stato assegnato o che addirittura ci siamo assegnati da soli. È pur vero che fino a non molto tempo fa seguire questo “sistema” era necessario per una questione di sopravvivenza. Ma oggi le cose sono cambiate.
Stiamo vivendo un’epoca in cui conta sempre di meno la semplice “posizione” che si occupa e sempre di più la propria capacità creativa e innovativa. Questo significa che oggi l’importanza di una persona è proporzionale alle sue capacità di contribuire a migliorare la vita degli altri. Tale concetto diventa ancora più interessante se illuminato da quest’altra affermazione: ognuno di noi possiede capacità uniche e fondamentali. Tutti noi possediamo già delle capacità che altre persone possono ritenere di fondamentale importanza. Il motivo è semplice: guardatevi intorno e scoprirete che ogni cosa ha una funzione, un “ruolo” in questo mondo. Qualunque cosa, da una semplice pietra a un albero secolare, ha un suo “perché”. Credete veramente che giusto per voi sia stata fatta eccezione? Credete veramente che soltanto voi siete venuti al mondo senza uno scopo? Naturalmente voi uno scopo l’avete, anche se la vostra percezione immediata vi dice il contrario. Infatti, bisogna stare sempre attenti nel prendere per vero ciò che le nostre percezioni ci dicono; queste sono convinte che è il sole a ruotare intorno alla terra (e per miglia di anni è stato creduto proprio questo!), ma sappiamo che la realtà è tutt’altra. Lo stesso vale per il nostro vivere quotidiano: esso può apparire per noi senza alcun senso, ma se impariamo a prestare molta attenzione scopriamo che è vero proprio il contrario. Certo, il problema che sorge a questo punto è: “Ma se non so cosa ascoltare, come faccio a prestare attenzione?”. In realtà un modo c’è, ed è quello di seguire la via della crescita. Non dobbiamo fissarci su qualche “sogno a occhi aperti” (questo ci condurrebbe soltanto ad alienarci dalla realtà), bensì dobbiamo guardare alla nostra vita e individuare ciò che in qualche modo ci spinge a crescere, a creare, indipendentemente da quello che affermano i ben pensanti. Soltanto voi sapete ciò che è giusto perché lo sentite, perché vi riempie di forza, di energia, di voglia di fare, di creare qualcosa di sempre più grande, di sempre più bello. Perché è quell’universale Forza Vitale che vi spinge a mettere in pratica ciò per cui siete nati. Non rifiutatela, non negatela, non abbiate paura di essa, perché questa Forza è la linfa che porta nel mondo la vita.
Se riuscirete a individuare e a seguire questa forza vitale, seguirete il “ruolo” che vi è stato assegnato e vi sentirete veramente potenti, dove questa potenza non avrà nulla a che fare con il concetto di “schiacciare il prossimo” che tanti mostruosi danni e sofferenze ha provocato fino a oggi all’essere umano, bensì la sua essenza deriverà dall'irrefrenabile voglia di creare, per migliorare le cose e le persone che ci circondano. Questa è la vera direzione verso cui bisogna andare; una direzione che istintivamente da bambini tutti sentivamo e che ora è giunto il momento di ritrovare.

«Evitare tutti i falsi legami,
 avere il coraggio di essere quel che si è
 e di amare ciò che è semplice e bello;
l’indipendenza
 e le serene relazioni,
queste sono le cose essenziali,
queste, e il desiderio di essere utili a incrementare
di qualche misura
il benessere degli uomini»
Ralph Waldo Emerson

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