lunedì 3 giugno 2013

Come funziona il linguaggio del corpo

Linguaggio del corpo? E che cosa vuol dire? Mica il corpo parla?”. E invece sì. Per molti può sembrare strano ma le cose stanno esattamente così. Anzi, vi dirò di più: la maggior parte della nostra comunicazione avviene proprio attraverso il linguaggio del corpo. Per gli scienziati la percentuale si aggira addirittura intorno al 90%! Incredibile vero? Ma vediamo di capire il “perché” e, in parte, il “come” funziona questo particolare linguaggio.
   Il nostro cervello ha, diciamo così, due “strati”: nel primo, quello più antico e primitivo, regnano gli istinti; nel secondo, quello più moderno, regna la logica. Il primo si è sviluppato in quel lunghissimo periodo, durato milioni di anni, in cui eravamo più simili alle scimmie che all’essere umano per come lo conosciamo oggi (lo so, in questo momento sembro Piero Angela, ma se si vuole fare una frittata si deve pur rompere qualche uovo no?). Allora i pericoli per la sopravvivenza di certo non mancavano: erano in agguato dietro qualsiasi angolo e presenti in qualsiasi momento. Per salvare la pellaccia, il cervello dei nostri antenati sviluppò delle “tecniche di sopravvivenza” per consentire una reazione immediata davanti al cattivo di turno. Queste “tecniche”, rimaste ben salde in noi contemporanei, consistevano nell’associare a ogni movimento, forma e colore un significato di pericolo oppure di piacere. È per questo che, se stiamo passeggiando in un bosco e vediamo a pochi passi da noi qualcosa di sottile a forma di S, abbiamo un sobbalzo all’indietro pieni di spavento: la nostra parte più antica ci sta dicendo “occhio al serpente!”. Poi magari razionalizziamo e ci accorgiamo che è soltanto un tubo di gomma. Ma questo avviene soltanto dopo. Già, perché la nostra parte più arcaica entra in funzione quasi sempre prima della nostra parte razionale (il nostro “secondo strato”). In caso di pericolo è una fortuna che le cose stiano così. Vi immaginate se, vedendo una macchina che ci piomba addosso, ci mettessimo a pensare cosa in effetti sta avvenendo? Queste associazioni mentali “automatiche”, però, sono perennemente presenti nella vita quotidiana anche quando non esiste un pericolo reale. È il caso, ad esempio, di quando qualcuno si rivolge a noi con un atteggiamento aggressivo: anche se abbiamo la certezza matematica che non può recaci alcun danno, suscita in noi una certa paura. Pensate ai film horror: vediamo un pazzo con una sega circolare grondante sangue che, naturalmente, non rappresenta nessun pericolo per noi eppure ce la facciamo sotto! Ma la maggior parte dei casi in cui entra in funzione il linguaggio del corpo sono molto più sottili. Avete presente le attraenti modelle delle pubblicità? Prestando un po’ di attenzione si può notare che le loro pupille sono dilatate. Questo perché le pupille si dilatano automaticamente quando l’individuo è in fase di eccitazione: la nostra parte di cervello primitivo lo sa e crede che la modella si stia eccitando per noi! Ma lo sanno anche i bravi addetti al marketing. Anche gli antichi lo sapevano: molte donne dell’antica Roma usavano delle particolari gocce per dilatare le pupille e apparire più attraenti.
  Di “segreti” del linguaggio del corpo potremmo parlare quasi all’infinito. Per ora ci fermiamo qui e riprenderemo l’argomento nei prossimi articoli.

micheleputrino@email.it

1 commento:

  1. Post interessantissimo....come gli altri, del resto!Ci hai fatto ripercorrere gli anni della triennale....argomenti che sentiti di sfuggita possono sembrare banali o addirittura assurdi, ma che invece, se ascoltati seriamente suscitano quell'espressione tipica di stupore che si accompagna spesso ad un sorriso e che si può tradurre con un esplicativo "oh caspiterina ..(vabbè spesso si ricorre ad un esclamazione un pò meno elegante ;-) )... è proprio vero...ma perchè non me ne ero mai accorto?"
    Bravo Michele...continua così e soprattutto continua a scrivere!
    Anna e Luca

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