domenica 26 gennaio 2014

Non arrendetevi Mai

Ogni giorno si presentano, alla porta della nostra mente, astuti tentatori che hanno come unico fine il trascinarci in un inferno dall’anticamera furbescamente agghindata da piacevoli forme e rilassanti colori. Questi tentatori si chiamano Intristisciti, Sconfortati e, soprattutto, Arrenditi. Sono tentatori perché ci fanno credere che seguendoli vivremo momenti più piacevoli, più belli, più rilassanti. In realtà non fanno altro che attirarci in trappole mortali dandoci dei piacevoli zuccherini. 

Nella vita esiste una specie di “legge universale” che nella sostanza afferma: “Da ciò che è piacevole nell’immediato deriverà molto probabilmente un danno nel futuro; da ciò che crea difficoltà al momento scaturirà, invece, se ben sfruttato, un vantaggio”. Questa “legge” la si può constatare ovunque. Fare dello sport costa molta fatica al momento, ma sul lungo periodo produce importanti risultati per la nostra salute. Evitare di abbuffarsi di cibi ricchi di grassi e di zuccheri non è di certo la cosa più piacevole del mondo, ma sappiamo quanto è importate. Così come per le droghe: all’inizio possono far anche sentire una persona come appartenente alla cerchia degli dei, ma alla fine, come si sa, faranno soltanto a pezzi il proprio sistema nervoso e, cosa che non viene quasi mai ricordata, la propria forza di volontà.
Mai abbandonarsi alla demoralizzazione e alle tentazioni che la “facile via” ci propone: ne conseguirebbero soltanto guai. Quando si viene sconfitti esiste soltanto una strada da intraprendere: sfruttare quello che è successo a proprio vantaggio, individuando il “perché” è accaduto e utilizzandolo come spunto e mezzo per costruire una nuova strategia che si adatti perfettamente alla nostra persona, affinché ci porti al successo. Se non ci muoviamo per “tentativi ed errori” non riusciremo mai a creare nulla di nuovo; e se non creeremo nulla di nuovo nelle nostre vite, resteremo per sempre vincolati alla vita che abbiamo sempre vissuto. Ma l’essere umano vuole cambiare, per migliorandosi e ottenere sempre di più ogni giorno. Per fare questo, però, come abbiamo già intuito, esistono due binari che bisogna percorre: Rischio e Tenacia.
Quando Napoleone Bonaparte venne deportato a Sant’Elena, tutti erano convinti che per l’uomo che un tempo aveva regnato dalle piramidi d’Egitto alle distese ghiacciate della Russia le porte della storia si fossero definitivamente chiuse, e nel peggiore dei modi possibili. Napoleone, invece, uomo estremamente tenace qual era, non conosceva la parola “abbattimento”. Prendendo a esempio Gesù affermava: «Se Gesù Cristo non fosse morto in croce, non sarebbe Dio. È il suo martirio che ha parlato all’immaginazione dei popoli». E così diede inizio alla ricostruzione di quell’immagine che lo consacrerà per sempre come uno dei più grandi uomini della storia giacché, come era solito dire, «Se fossi morto sul trono, nelle nuvole dell’onnipotenza, sarei rimasto un problema per molta gente. Oggi, grazie alla sventura ogni giorno che passa mi spoglia della pelle del tiranno». A così tanto può arrivare la tenacia e la capacità di sfruttare gli eventi negativi a proprio vantaggio.

La vita ci chiede di essere più forti degli eventi negativi, di rialzarci ogni volta che cadiamo. Inconsciamente crediamo che i vincenti non perdono mai. Con questa convinzione in testa, arriviamo facilmente alla conclusione che poiché abbiamo subito tante sconfitte, noi non saremo mai dei vincenti. È una convinzione sciocca. I veri vincenti non sono coloro che non cadono mai (non esistono persone di questo genere!), ma coloro che si rialzano dopo ogni sconfitta, sfruttandola a proprio vantaggio. Tutte le persone di successo hanno dovuto affrontare le pene dell’inferno; a differenziarli dagli altri è stato, semplicemente, il fatto che non si sono mai arresi. Arrendersi non solo è facile, ma anche piacevole. Rialzarsi e combattere, invece, richiede fatica, dolore, sofferenza. Richiede squarci sanguinanti nel proprio spirito. Ma, proprio come un taglio sulla pelle diventa ancora più resistente quando è guarito, così avviene per le sofferenze che la persona tenace ha subito: dopo una sofferenza, se resistiamo e riprendiamo la nostra marcia, diventiamo ancora più forti. Tutti si ritrovano ad affrontare difficoltà tanto pesanti quanto le nostre; magari le subiscono in forma diversa dalla nostra, ma l’intensità è la stessa, se non superiore. Qual è il segreto delle "persone vincenti"? Loro resistono: ecco perché vincono. Tutti noi abbiamo questa capacità, ma è necessario smettere di aver paura di agire e, soprattutto, di soffrire. Ci saranno lunghi periodi in cui il fato ci sarà avverso, sbaglieremo e magari faremo anche gravi errori, ma dobbiamo rialzarci sempre e continuare a combattere. Soltanto così avremo modo un giorno di svegliarci e di sentirci vincenti e pieni di vita. E da quel giorno, parafrasando Marco Aurelio, quando la sofferenza ci sorriderà, noi gli sorrideremo di rimando.

micheleputrino@email.it

4 commenti:

  1. Niente è più vero! Solo con il sacrificio si raggiungono gli obiettivi!

    Matilde

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Concordo assolutamente con te cara Matilde! ;)

      Elimina
  2. Per me la sofferenza è sentita soltanto nella sfera affettiva.
    Nel lavoro invece è diverso, la delusione si trasforma in voglia di riscatto, il sacrificio in determinazione, la perdita in insegnamento, la fatica in soddisfazione. Tutto ciò per raggiungere un obiettivo che deve essere sempre accompagnato da un sogno.
    Marian

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' bello sentire persone come te, Marian, che hanno dei sogni come obiettivi... Continua così!

      Elimina