venerdì 11 ottobre 2013

Le nostre Vite sono le nostre Convinzioni

È pensiero comune il credere che “ci dobbiamo tenere la vita che c’è toccata in sorte, perché le cose non cambiano”. Ricordo che un mio vecchio insegnante al liceo era solito dirci: “Chi è nato tondo non può morire quadrato!”. In pratica era come se ci stesse dicendo: “Se siete ignoranti e poco svegli resterete così per il resto della vostra vita”. Una visione un po’ “strana” – per usare un eufemismo – per chi ha consacrato la propria vita all’insegnamento e, quindi, all’educazione. Il problema è che questa “visione del mondo” rappresenta più la regola che l’eccezione. In realtà le cose non stanno per nulla così. Anzi, è vero l’esatto contrario: la nostra vita si plasma sull'idea che ci facciamo del mondo.
Il dottor Mario Alonso Puig, membro dell’Harvard Medical School, traccia, nel suo ultimo libro Adesso Io, un’elegante corrispondenza tra ciò di cui siamo convinti e gli eventi che ci capitano ogni giorno.
«Non c’è alcun dubbio», scrive Puig, «che, a seconda che a spingerci sia un’idea o un’altra, vedremo gli altri e ci comporteremo in maniera profondamente diversa». Vediamo dunque quali sono queste diverse convinzioni che corrispondono a diversi eventi.

1ª convinzione: Tutti sono egoisti. Se siamo convinti di ciò, sarà normale vedere nelle azioni di chi ci sta accanto soltanto strategie per dominarci e sfruttarci. Penseremo che anche dietro un modo gentile e sottomesso si nasconda una tecnica per raggirarci. Ne consegue, naturalmente, che poiché non vogliamo essere dominati faremo di tutto per dominare, perché solo così avremo modo di controllare la situazione affinché non vada a nostro sfavore.
Evento corrispondente: gli altri, percependo il nostro estremo egoismo, o si allontaneranno da noi oppure applicheranno a loro volta tutti i “principi strategici” dell’egoismo contro di noi. Ovviamente, tutto questo non farà altro che rafforzare la nostra convinzione che “tutti sono egoisti”.

2ª convinzione: Non esistono né Verità né veri Valori. Chi fa propria questa convinzione tende a vedere tutto in maniera relativistica, e cioè ritiene che tutto sia opinabile e discutibile. Ne consegue che l’unica cosa importante, per chi è convito di ciò, sia se stesso.
Evento corrispondente: gli altri, vedendosi distruggere a priori le proprie convinzioni, faranno lo stesso con le nostre. Da un tale modo di “socializzare” non potrà che risultare una “guerra” permanente, che per chi ne è coinvolto potrà anche apparire “piacevole” perché “fa sentire vivi”, ma di certo non corrisponde a un'evoluzione né dell’individuo né della società in cui si ritrovano a vivere. Da una tale prospettiva, quindi, non potremo fare altro che trarre la conclusione che “una cosa vale l’altra” perché “non ho mai visto miglioramenti in vita mia”.

3ª convinzione: Tutto è predestinato. Essere convinti di questo ci porta ad accettare tutto “così come viene”. Poiché non possiamo cambiare niente, non ci resta che vivere gli eventi in maniera passiva, sperando in un “colpo di fortuna”.
Evento corrispondente: gli altri ci vedranno come “oggetti” da manipolare e utilizzare a proprio piacimento. E allora ci vedremo come delle persone “sfortunate”, guardando la vita come qualcosa che bisogna solo sopportare.

4ª convinzione: Io sono artefice del mio destino. Chi possiede questa convinzione tende a vedere i propri errori e le “cose che vanno storte” non come una tragedia dalle conseguenze irrimediabili, bensì come opportunità da cui imparare per potersi migliorare di volta in volta.
Evento corrispondente: gli altri vedranno in noi delle persone che non si arrendono mai, che vogliono evolversi, migliorarsi. Vedranno in noi persone che non sono ferme nelle loro ottuse convinzioni e, quindi, percepiranno la possibilità di poter costruire qualcosa di nuovo e di grande insieme. Tutto ciò porterà, naturalmente, a vedere la propria vita come qualcosa di bello, perché ci sentiremo parte di qualcosa di pulsante, di vivo.

Goethe era solito dire: «Tratta un uomo come sembra che sia e continuerà a essere com’è sempre stato; tratta un uomo come può essere e diventerà chi è davvero». È assolutamente vero. Noi siamo troppo spesso vittime di convinzioni imposte dagli altri, e di questo molte volte ce ne rendiamo conto. Ma quello di cui quasi mai ci rendiamo conto è che siamo stati noi a consentire agli altri di etichettarci e, quindi, di autoconvincerci della veridicità di quest’etichetta.
Certo, delle convinzioni nella vita bisogna averle. Ma è importante trovare delle convinzioni che ci portino a creare e a evolvere; convinzioni che portino ogni giorno un piccolo miglioramento a noi stessi e alle persone che ci sono vicino perché, come tutte le cose viventi, per sentirci vivi abbiamo bisogno di sentirci crescere.

micheleputrino@email.it

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