martedì 20 gennaio 2015

Realizza la Tua Natura

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Quante volte ci siamo detti: “O Dio non ce la faccio più! Sto per esplodere! Sono troppo stressato! Oramai sono completamente esaurito!”? In alcuni brevi e occasionali momenti a tutti noi capita di sentirci così ed è del tutto normale: di tanto in tanto l’essere umano ha bisogno di una “valvola di sfogo”. Il problema sussiste quando queste sensazioni di “esaurimento”, “stress” e di “trovarsi al limite di un’esplosione” sono costantemente presenti, e cioè dalla mattina appena svegli fino a sera prima di addormentarsi. Se vi trovate in quest’ultima situazione, molto probabilmente il motivo è dovuto al fatto che non state realizzando ciò per cui siete nati, non state mettendo in pratica i vostri “talenti”.

Il significato che attribuiamo oggi alla parola “talento” deriva direttamente dalla Parabola dei Talenti descritta nei Vangeli. In essa è narrata la storia di un uomo che, dovendo partire per un viaggio, affida i suoi beni ai suoi servi: a uno consegna cinque talenti (unità di misura dell’epoca), a un altro due e a un terzo uno, «a ciascuno secondo la sua capacità». Al suo ritorno, i primi due avevano investito e quindi raddoppiato i beni che gli erano stati affidati; l’ultimo, invece, aveva nascosto sotto terra il proprio talento per paura che qualcosa potesse andare storto e subire così l’ira del proprio padrone. Venuto a conoscenza dell'operato dei suoi servi, il padrone ammirò e premiò i due che avevano fatto fruttare i talenti, mentre tolse al servo timoroso l’unico talento che gli era stato donato accusandolo di essere inutile e cacciandolo via «nelle tenebre». La morale della parabola consiste nel fatto che i talenti che ci sono stati donati da Dio, dalla Natura, dall’Universo – o comunque vogliate chiamare il Grande Ordine delle Cose – devono essere scoperti e utilizzati con coraggio, poiché non farlo significherebbe venir meno al ruolo che ci è stato assegnato.
Tutti noi facciamo parte di un Grande Tutto, dove ogni cosa si muove in perfetta armonia con tutto il resto. È sufficiente vedere un uccello volare per accorgersi che ogni battito d’ali e ogni movimento sono in perfetta armonia con il mondo. E la stessa armonia è possibile vederla in un albero, in un pesce e in qualsiasi essere vivente... compreso l'essere umano. Il problema è che, per qualche strano motivo, lo abbiamo dimenticato e trascorriamo il nostro tempo cercando di essere personaggi che qualcuno ci ha detto di interpretare o, peggio, che ci siamo convinti di dover interpretare. E così facendo ci allontaniamo sempre più da ciò che può renderci veramente felici, e cioè dalla nostra vera natura. Gli antichi identificavano l’individuo che riusciva a essere sé stesso e, quindi, a mettere in pratica i propri talenti, come “genio”. Già perché la parola deriva dal latino e grossomodo significa “ciò con cui sei naturalmente nato”; non a caso ha la stessa radice di “genuino”. E non è nemmeno un caso che le persone vincenti, coloro che rientrano nell’élite del loro campo di azione, quelli che agli occhi degli altri risultano “i migliori”, si concentrano solo ed esclusivamente sulle loro capacità, sui propri talenti. In genere, infatti, queste persone sarebbero disposte a svolgere il proprio “lavoro” anche gratis! E di solito è proprio quello che fanno all’inizio della loro carriera.
Se vogliamo veramente imparare a “volare in alto” dobbiamo abbandonare le zavorre che gli altri ci hanno legato addosso e iniziare a sviluppare quelle capacità che la natura ci ha dato affinché la “missione” che ci è stata assegnata venga portata a termine. In compenso, anche nei momenti più oscuri, ci sentiremo bene perché percepiremo che stiamo percorrendo la giusta via, proprio come un sommergibilista è del tutto sereno pur non vedendo mai l’esterno per mesi e con la coscienza di trovarsi sotto tonnellate e tonnellate d’acqua, magari nel bel mezzo dell’oceano.

Seguendo i nostri talenti di volta in volta scopriamo la strada che dobbiamo percorre e, quindi, lo scopo della nostra vita. Scriveva il mistico persiano del XIV secolo Hāfez: «Dato che non ci sono formule per realizzare la verità della via, ognuno di noi deve correre il rischio dei suoi propri passi. Solo l’ignorante cerca di imitare il comportamento degli altri. Gli uomini intelligenti non sprecano tempo in quello; essi sviluppano le proprie abilità personali poiché sanno che non ci sono due foglie uguali in una foresta». Ecco dunque il vero segreto della felicità e del successo, nonché della comprensione del senso della propria vita: essere sé stessi attraverso la scoperta e la coltivazione dei propri talenti. Tutto il resto non è che cenere e polvere... 

micheleputrino@email.it

Foto by geralt from Pixabay

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